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23/12/24 ore

Dessì, un altro caso di scuola grillina



«Tirate fuori tutto il peggio degli avversari, lo useremo per fare campagna negativa contro di loro». Il responsabile comunicazione del M5S in Veneto aspetta dunque notizie succose su “nefandezze, foto imbarazzanti, dichiarazioni e tutto quello che può servire" alla causa. Nel frattempo, ironia della sorte, la campagna negativa si abbatte da giorni sui prescelti della Casaleggio & Associati, grazie proprio a “foto imbarazzanti, dichiarazioni e nefandezze”.

 

Per certi aspetti il caso di Emanuele Dessì sembra racchiudere – dal punto di vista della ferrea dottrina grillina - tutte le tipologie su citate. Già nell'occhio del ciclone per le foto con amici compromettenti e per alcune parole in libertà a mezzo social su rumeni et similia ripescate dal suo passato di picchiatore, il candidato con ottime probabilità di essere eletto nel collegio Lazio 3 nel listino proporzionale della truppa di Luigi Di Maio rappresenta mirabilmente un certo tipo di “cittadino”, con un bel po' di vizietti privati nascosti sotto il mantello virtuoso dell'onestà.

 

Con quell'affitto a prezzo simbolico per una casa popolare detenuta di padre in figlio dal '47 per successione quasi dinastica, Dessì entra a pieno titolo tra quelli che Virginia Raggi chiama tecnicamente “scrocconi”.

 

C'è chi si sorprende e casca dal pero. Eppure non bisognerebbe meravigliarsi più di tanto. Il predicare bene razzolando maluccio resta una specialità di una casa piena di sacerdoti indotti spesso in tentazioni. Qualcuno dirà che è colpa dell'apertura alle "candidature esterne". Ma quella è un'altra storia, che pure certifica, con la sua coda polemica, la doppia morale con cui si muovono i 5 Stelle. Dessì è infatti un militante storico. Della prima ora. D.O.C., si direbbe. (red.)

 

 

 - I 5 Stelle e l'arte del riciclo

 

 


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