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26/11/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Turchia e democrazia

Il fallito colpo di stato di avant’ieri in Turchia e per il quale sono stati accusati e arrestati migliaia di militari e di magistrati dimostra che, come accaduto altre volte in passato, anche questa volta una sollevazione per la democrazia è stata animata dai ceti che sempre, a cominciare dalla rivoluzione dei primi anni venti del secolo scorso e poi nei decenni successivi, avevano sostenuto la democrazia nel paese, una democrazia fondata su un laicismo rigoroso, su una cultura di stampo occidentale, sulla sostituzione della legge islamica con codici mutuati dalle democrazie europee, sull’introduzione dell’alfabeto latino… di Silvio Pergameno

La Marianna la va in campagna …

Dall’intervista a Enrico Mentana su La7, trasmessa in “Bersaglio mobile” all’indomani della morte di Pannella, Giovanni Negri è ricomparso sulla scena politica e oggi promuove una convenzione che intende proporsi come polo aggregatore di tutti i radicali, i laici e la sinistra riformista, con l’intento di realizzare un’azione di governo che faccia uscire il Paese dalla palude stagnante e apra la fase della Terza Repubblica. di Luigi O. Rintallo

Dopo le amministrative di giugno

Dalle amministrative di giugno è ormai trascorso quasi un mese ed è quindi possibile tentare alcune osservazioni che vadano al di là delle prime impressioni del dopo voto. Premesso che sulla destra, al di là delle note questioni di rivalità nell’ambito del settore, non sembra che i risultati delle amministrative abbiano rivelato novità di rilievo, un panorama di déjà vu salvo la rivincita di Mastella a Benevento, le prime considerazioni possono essere dedicate ai vincitori, quei “5 stelle”, sulla cui fisionomia è peraltro difficile esprimere un giudizio complessivo, e quindi indicativo rispetto alle prossime consultazioni politiche, tranne che per il referendum costituzionale, sul quale il Movimento è schierato per il “no” e per la posizione rispetto all’”Italicum”che ormai “non si tocca”(più)… di Silvio Pergameno

Legge elettorale, il gerrymandering all’italiana

Negli Stati Uniti la legge elettorale non cambia a ogni due per tre. Chi governa cerca alla brutte di modificare le carte in tavola a proprio vantaggio con un sistema un po’ più subdolo e sofisticato, ridisegnando quando serve i collegi elettorali secondo la distribuzione geografica del proprio elettorato registrata in quel momento. L’antica pratica, tutt’ora in auge, risale al 1800 e si chiama gerrymandering. In Italia, invece, non si usa il righello sulla cartina, ma si è soliti cambiare direttamente il sistema di voto, per venire incontro alle esigenza di chi vuole garantirsi il mantenimento del potere o, al massimo, evitare che lo stesso finisca completamente in possesso dell’avversario, sacrificando – se necessario - la governabilità sull’altare degli interessi di bottega mascherati da sacra e democratica difesa del diritti delle minoranze. di Antonio Marulo

La regola fedifraga del Movimento 5 Stelle

Negare, negare sempre, anche l’evidenza. La regola aurea del tradimento amoroso pare sia stata fatta propria dal Movimento 5 Stelle per tutte le volte che si viene beccati in flagranza di reato pentastellato. La conferma ci arriva dalla travagliata formazione della storica giunta Raggi, con ritualità ancien regime non proprio edificanti. di Antonio Marulo

Povera Brexit! I vincitori saltano sul carro del … perdente

Povera Brexit! In fondo non  se la meritava la fine che le han fatto fare gli stessi suoi promotori, rovesciando un vecchio adagio che enfatizzava in poche parole quel che succede quasi sempre dopo una competizione politica conclusasi con una parte vittoriosa e un’altra sconfitta. Che cioè poi va a finire che tutti saltano sul carro dei vincitori e la competizione si trasferisce sulla gara per stabilire chi era stato il primo a indovinare il vincitore… questa volta la gara è per saltare sul carro del perdente… a cominciare da Johnson e Farange e sia pure con l’espediente del ritiro a vita privata. di Silvio Pergameno