"Per modificare una legge è chiaro che ci vuole una maggioranza in Parlamento. E non credo che questo governo voglia modificare questa legge. Il governo Monti si definisce tecnico. Io non credo che lo sia, ma visto che così si definisce non credo farebbe bene a presentare ricorso dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo". Lo ha detto Emma Bonino, nel corso della consueta intervista del Lunedì a Radio Radicale, a proposito della Legge 40 e del recente pronunciamento della Corte europea per i diritti umani sull' "incoerenza" della legislazione italiana.
Bonino non si fa illusioni cercando di “mettere in guardia su quella che è una grande vittoria, rispetto ad entusiasmi eccessivi”. La sentenza – avverte - “è in primo grado, e questo governo, seppur tecnico, pare voglia fare ricorso, cosa abbastanza impressionante, viste le motivazioni della sentenza, che non meriterebbero un ricorso".
La senatrice radicale non nega che la sentenza sia un "primo passo importante, ma visto l'andazzo italiano, che non rispetta le sentenze europee e tantomeno adegua le leggi italiane per rispettare quello che l'Europa ci chiede, come il caso malagiustizia dimostra, non bisogna illudersi”.
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