La Corte europea dei diritti umani ha stabilito il diritto di accesso alla fecondazione assistita anche per le coppie fertili, ma portatrici di malattie trasmissibili, confermando che la legge 40 viola l'art 8 della dichiarazione europea dei diritti umani relativamente al rispetto della vita familiare.
In particolare, i giudici della Corte di Strasburgo si sono pronunciati su un ricorso presentato da Rossetta Costa e Nicola Pavan, entrambi portatori del gene mutato della fibrosi cistica, una malattia genetica che si trasmette in un caso su quattro al nascituro. Per questo, volevano quindi poter ricorrere alla fertilizzazione in vitro per poter fare uno screening embrionale.
Ma la legge 40 riserva la possibilità di ricorrere alla fertilizzazione in vitro solo alle coppie sterili o a quelle in cui il partner maschile abbia una malattia sessualmente trasmettibile, come per esempio l'Aids.
In proposito, i giudici di Strasburgo hanno stabilito che "il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è incoerente", in quanto allo stesso tempo un'altra legge dello Stato permette alla coppia di accedere a un aborto terapeutico in caso che il feto venga trovato affetto da fibrosi cistica.
La Corte ha quindi disposto che lo Stato dovrà versare a Rosetta Costa e Walter Pavan 15 mila euro per danni morali e 2.500 per le spese legali sostenute.
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