di Adriana Dragoni
Napoli è considerata da molti una città abulica e arretrata ma, con il Vesuvio, da una parte, e i campi Flegrei, le acque termali, la solfatara e i bradisismi, dall'altra, costituisce un territorio in continuo fermento. Qui sorgono, inopinatamente, iniziative sociali e artistiche underground, sconosciute ai più ma molto interessanti
Sono fuori dalla rete massmediatica e, per conoscerle, occorre andare in giro a cercarle. Tra queste iniziative c'è, dal 29 maggio, una mostra alla Casina Vanvitelliana, una classica costruzione sul lago Fusaro, che è un prezioso gioiello architettonico, inserito in una natura fertile, in un'atmosfera molto suggestiva di un romantico neoclassicismo. Vi si arriva attraverso una breve striscia di terra.
Ma un tempo, quello del re Ferdinando di Borbone, bisognava raggiungerla con la barca, per andare a riposarsi, dopo la caccia alle folaghe sul lago.
Qui, su una vasta terrazza, sono in mostra le opere del professore Armando Tallone, un uomo semplice e vero, un artista-artigiano, che realizza le sue immgini in vari materiali: legno, metallo, pietra. Siamo nel campo degli objets trouvès, oggetti anonimi, insignificanti, a cui lo sguardo ha dato un nome.
Così una pietra, in cui Armando ha visto un viso umano, messa su un piedistallo, acquista il significato e l'espressione di una statua. In questo caso, c'è stato poco lavoro manuale da fare. Ma un impegno diverso hanno preteso le opere che si sono ispirate all'antro della Sibilla o a un tempio greco, costruzioni ben conosciute dall'artista, immagini a lui familiari delle quali è riuscito a esprimere il senso e il fascino.
Altri lavori impegnativi sono quelli che realizzano immagini nuove, sorte nella mente dell'autore, come una porta chiusa con una chiave, o una porta semichiusa, mentre al di là c'è un viso che occhieggia spiando. Le suggestioni dell'arte visiva non si possono precisamente tradurre a parole: si tratta di linguaggi diversi.
Belle e misteriose sono delle sculture allungate, che si slanciano verso l'alto. Delle pietre, come scatole di marmo, sorreggono una sottile tavola di legno con una profonda incisione che ci permette di guardare oltre. Altre stele hanno delle sottili incisioni, segni misteriosi di un arcano, sacro, antichissimo rito.
È un omaggio alla sacralità della natura, che in questo angolo di terra vive ancora rigoglioso e verace.
(foto di Elio Dragoni)
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