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04/05/24 ore

Storie di mafia, storie da ricordare (2): la prima vittima eccellente Emanuele Notarbartolo (1893)



di Dario Caputo

 

Nell’affacciarci sul triste e drammatico palcoscenico di alcune delle tante, troppe, vittime della mafia e dell’intera criminalità organizzata, non possiamo non iniziare da quando il termine “mafia” iniziò ad essere conosciuto da tutti, associandolo a quella della morte.

 

Stando ai fatti, il primo nome di vittima eccellente (dimenticata, ndr) è proprio quello di Emanuele Notarbartolo, nell’ormai lontanissimo febbraio del 1893 quando, due sicari della mafia, colpirono con ben 27 coltellate il corpo dell’illustre figura del mondo dell’economia siciliana, anche politico, mentre si trovava sul treno che lo riportava a Palermo.

 

In tanti non ricorderanno questo nome ma è proprio con questo assassinio che ebbe inizio anche il famosissimo, purtroppo, intreccio tra potere politico, economico e mafioso. Perché Notarbartolo venne ucciso? Sappiamo di lui che prima di intraprendere la sua attività, politica e poi bancaria, aveva combattuto come garibaldino e, subito dopo l’Unità d’Italia, nel 1873, aveva avviato la sua prima esperienza politica venendo eletto anche sindaco di Palermo. 

 

È con questa carica che Notarbartolo iniziò il suo braccio di ferro con la corruzione presente all’interno delle acque agitate delle stanze delle dogane. Con alcuni suoi atti pubblici lavorò molto allo slancio per la costruzione del magnifico Teatro Massimo, divenuto poi un simbolo non solo per l’intera città di Palermo ma anche per tutto il resto d’Europa e nel mondo intero.

 

Conclusa la sua esperienza come Primo Cittadino del capoluogo siciliano, l’allora Governo presieduto da Agostino Depretis gli conferì la nomina di Direttore del Banco di Sicilia e grazie a questo prestigioso incarico, prese in mano le redini di una deficitaria struttura, impegnandosi per riorganizzare tutto il sistema economico e finanziario dell’intera isola che si era fortemente indebolito a causa dell’Unità d’Italia che aveva scosso l’intera economia locale.

 

Già dopo i primi atti come nuovo Direttore, come ad esempio le erogazioni di credito, le sorti della banca migliorano ma il percorso di risanamento non era gradito ai più, come ad esempio, al parlamentare Raffaele Palizzolo con il quale si susseguirono svariati contrasti per delle speculazioni eseguite da quest’ultimo.

 

Nel 1883 Notarbartolo fu vittima di un sequestro che, ai molti, sembrò già un avvertimento, mentre nel 1890  venne allontanato dal Governo dal suo incarico con l’obiettivo di allontanarlo dalla vita politica ed economica per poi, probabilmente, eliminarlo.

 

Arriva poi la tragica data, quella del 1° febbraio del 1893 dove, nel tratto ferroviario che collega Termini Imerese e Trabia, Notarbartolo venne ucciso all’interno del treno che, in quel momento, stava percorrendo una galleria. Gli assassini del politico siciliano, dopo l’efferato omicidio, gettarono il corpo fuori dal finestrino nella speranza che quest’ultimo andasse a finire in mare, ma non riuscirono a concretizzare il loro piano.

 

Si susseguirono poi una serie di processi per arrivare alla verità e a individuare i colpevoli: Palizzolo venne dapprima accusato ma poi, anche in seguito alla morte sospetta del testimone chiave la notte prima di essere interrogato, venne assolto da tutte le accuse facendo rimanere l’omicidio impunito

 

Andando a ripercorrere la vita e la morte di Notarbartolo, sono tante le similitudini che si riscontrano con altre morti eccellenti; molte purtroppo vittime dimenticate.

 

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- Storie di mafia, storie da ricordare: la morte non va dimenticata di Dario Caputo

 

 


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