I risultati delle recenti elezioni registrano i crescenti consensi per JimmieAkesson, leader di Svezia Democratica, populista, sovranista e anti-immigrati´. Populismi, destre estremiste, xenofobia avanzano in tanti paesi europei un tempo saldamente ancorati a democrazia e welfare. Senza dubbio questa svolta evidenzia la crisi dell’Unione Europea che rischia sempre più, incapace di avere un ruolo unitario nella nuova mappa del mondo e in balia di speculazioni finanziarie.
E anche se il problema delle massicce migrazioni è gravissimo e va affrontato e condiviso a livello mondiale, soprattutto creando vivibilità in Africa e Asia (dove imperversano ancora fame e guerre), ci chiediamo se esso possa essere considerato come la causa dei populismi crescenti non solo in Europa, ma anche in Usa.
Ogni fenomeno o evento storico, comunque, va studiato considerando la relazione cause - effetti, passato - presente, per giungere a una visione più ampia e obiettiva. Poniamoci allora alcune domande: dove è nato il populismo? Quali trasformazioni ha subito nei secoli? Oggi può rappresentare un pericolo per la democrazia?
Secondo l’Enciclopedia Treccani“il populismo da un punto di vista storico è il nome con cui è stato designato in Occidente il movimento politico-culturale russo (narodnicěstvo) sviluppatosi nella seconda metà del 19° sec. e durato fino alla rivoluzione. In seguito il termine fu usato per designare tendenze o movimenti politici, anche assai diversi tra loro…. Malgrado le difformità, alcuni tratti comuni del populismo sono in parte riconducibili a una rappresentazione idealizzata del «popolo», per lo più inteso genericamente, con scarsa attenzione alle sue concrete determinazioni sociali e alla sua esaltazione come portatore di istanze e valori positivi, di norma tradizionali, in contrasto con i difetti e la corruzione delle élite. Tra gli elementi comuni hanno spesso assunto un particolare rilievo politico la tendenza a svalutare forme e procedure della democrazia rappresentativa, privilegiando modalità di tipo plebiscitario, e la contrapposizione di nuovi leader carismatici a partiti ed esponenti del ceto politico tradizionale”
A quanto pare il pericolo maggiore è rappresentato da leadership carismatica e demagogia, poiché se il leader non persegue obiettivi etici elevati e costruttivi può condurre una nazione a dittature di destra o di sinistra, come la storia stessa dimostra.
Interessante a tal proposito il libro Eros e Priapo di C. E. Gadda che presenta dei concetti simili a quelli dei Cavalieri di Aristofane, a dimostrazione che la demagogia ha origini antiche. Gadda definisce “irrazionale e irriflessivo il consenso della moltitudine verso il demagogo che la seduce con la sua perentoria magniloquenza virile (priapesca). Parimenti Aristofane assume come bersaglio comico il tiranno Cleone che diventa l’incarnazione stessa della degenerazione dei valori democratici ed etici dopo la morte di Pericle.
Per alcuni i populismi hanno aspetti positivi poiché servono a spazzar via corruzione e false ideologie, come per Yves Mény e Yves Surel, autoridi “Populismo e democrazia”, secondo i quali “tre fenomeni hanno incoraggiato l'insorgere di istanze populiste: la globalizzazione, che provocando una crisi del ruolo dello stato e delle nazioni ha destabilizzato le forme tradizionali della politica; la crisi del potere decisionale delle élite tradizionali e la conseguente riduzione dei vincoli elettorali; l'emersione della corruzione nei regimi politici occidentali. Il populismo non si è mai presentato come antidemocratico, anzi si propone di rigenerare la democrazia, ripulendola da tutte le sue scorie per tornare ai veri principi e valori”.
Le cause citate potrebbero anche essere vere, ma francamente non vediamo competenti, colti e positivi leader tra gli attuali populisti. Ci preoccupano, invece alcune caratteristiche comuni che vanno ben al di là della lotta contro l’Establishment: deliranti nazionalismi, xenofobia, egoismi e muri che mettono in pericolo la democrazia e l’Ue.
Giovanna D’Arbitrio