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15/11/24 ore

Terra dei Fuochi e Biocidio, cronaca di una giornata particolare



Sabato 16 novembre 2013 ho partecipato a Napoli al corteo “Unfiumeinpiena- Stop al Biocidio”. E’ stata una manifestazione contro i rifiuti tossici per richiedere la bonifica delle terre avvelenate dagli sversamenti illeciti di rifiuti. Non è stata una semplice manifestazione, mi è sembrata una celebrazione, una affermazione della dignità di un popolo, un riprendersi in mano il proprio destino. 

 

Un cartellone dice: “Non discarichiamoci dalle nostre responsabilità”; un signore serio e deciso : ”Noi non siamo il popolo di bevi Napoli e poi muori, ma siamo il popolo delle quattro giornate!”. La serietà, la compostezza, la consapevolezza di migliaia di persone che sfilano sotto la pioggia fine e fredda, un mare di ombrelli lucidi che mentre arriva a piazza del Plebiscito non ha ancora lasciato la piazza della stazione, una scia lunghissima per il lungo corso Umberto.

 

Cartelloni di foto di gente comune, donne, uomini, bambini: persone morte di tumore, tantissime e sempre in aumento, abitanti di quelle terre che un tempo erano la “Campania felix”, il territorio più fertile d’Europa. Senza bandiere di partito, i gonfaloni della città di Napoli, Casoria, Maddaloni, Gricignano relegati alla fine del corteo.

 

Migliaia di striscioni, i cartelloni creano una striscia reale, un racconto della storia del mancato smaltimento dei rifiuti: i responsabili istituzionali con foto, nomi; le aziende che hanno cercato la via più facile e meno costosa per liberarsi dei loro rifiuti industriali; la malavita organizzata che ha sversato in quelle terre e fatto dello smaltimento illegale una fonte ineguagliabile di proventi.

 

Gente che per il dolore della malattia, dalla morte dei propri cari si è svegliata e chiede al mondo di guardare, gente che ha il coraggio di raccontare senza vergogna l’indicibile, tutto quello che gli altri non vogliono vedere per mancanza di coraggio o per coprire i propri interessi. Migliaia di pullman provenienti da tutta la Campania ma anche da Roma, Puglia, Basilicata, da tanti comuni del Nord, dalla Val di Susa, da Brescia, da Parma… a dimostrare che la gente d’Italia è unita.

 

Questa manifestazione sancisce l’unione del Sud con il Nord di comitati, coordinamenti, ambientalisti, dai nomi più vari ed innumerevoli. L’assessora all’ambiente del comune di Mantova afferma al microfono di un giornalista che la necessità delle bonifiche non è solo un problema campano, è un’emergenza italiana: Napoli è, come al solito, la punta dell’iceberg, solo in Lombardia ci sono 7 siti da bonificare, 38 sul territorio nazionale sino ad ora censiti.

 

Bambini che portano cartelli con su scritto ”Diritto alla Vita” oppure “Vulimm murì vecchiariell”: non è uno scherzo, non è uno slogan, è vero, troppi bambini stanno morendo di tumore. Il prete di Caivano che dice “non ce la fa più a celebrare funerali di bambini”! E ti accorgi che non c’è retorica, non c’è ideologia, c’è la sofferenza che accomuna, il dolore delle morti e della malattia diventa coscienza, consapevolezza di essere stati vittime di un grande sistema di soprusi e latrocini. Un cartello dice: ”La camorra decide e lo stato esegue”.

 

Una signora che porta il cartellone della giovane figlia morta, e lei stessa è ammalata, afferma: ”Tutti negano che queste morti dipendono dall’inquinamento ma esso è la Causa”! Una giovane donna madre di un bambino di 8 anni morto dice: ”Loro sono noncuranti di quello che ci succede, ci hanno lasciato soli”! Tantissimi giovani dalle voci piene ed energiche scandiscono slogan e battono il ritmo, sono forti e attenti, arrabbiati e sicuri, diversi dai cortei studenteschi che solo alcuni giorni prima hanno attraversato la città.

 

Nel corteo ci sono autorità ma senza segni distintivi, assorti, come semplici cittadini. Rende tutti uguali la sofferenza ma non sono uguali le responsabilità. Sul grande palco allestito a piazza del Plebiscito cantano i 99Posse e sale a raccontare la propria storia tanta gente di Acerra, San Tammaro, Nola, Giugliano, Caserta, Capua, Aversa, Caivano, Frattamaggiore, della zona vesuviana. Un signore dice: ”Noi siamo in guerra e ci hanno condannato a morte, cosa altro deve succedere per svegliarci? Scetateve!”.

 

Un prete dal palco dice: ”Dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, bisogna essere sobri, noi sprechiamo troppe risorse, tutta l’immondizia che produciamo è frutto della nostra incuria, dobbiamo riciclare tutto così i si potrà trovare lavoro per i nostri giovani”!

 

Un rappresentante dei lavoratori regionali denuncia: ”La nuova holding ambientale della Regione “Campania Ambiente e Servizi” da due anni della sua costituzione non parte lasciando inutilizzati i 42 milioni del Ministero dell’Ambiente e i 18 milioni di euro di risorse assegnate con delibera n.37/2013. Cosa si aspetta per farla avviare? I finanziamenti approvati dalla Comunità europea sono già pronti, a chi andranno? La giunta regionale appalta nuove bonifiche ai privati esterni lasciando noi interni inattivi. I cittadini e le associazioni della Terra dei Fuochi non consentiranno un altro affare illecito sulla salute delle persone. Non vogliamo che questi soldi vadano agli stessi soggetti che hanno causato questo scempio”.

 

Un minuto di silenzio, lungo e profondo, ricorda tutti i morti. Poi si passa alla proposta. Sono precise le richieste rivolte alla Regione e al Governo: mappatura dei luoghi contaminati; programma di bonifica da seguire e controllare per impedire infiltrazioni camorristiche; né leggi speciali, né commissari straordinari, né uso dell’esercito; rifacimento del piano smaltimento rifiuti nazionale e regionale; dichiarazione di genocidio di massa; indennizzi. incontri già previsti nei prossimi giorni con rappresentanti del Governo e della Regione.

 

E noi torniamo a casa con la sensazione tangibile che qualcosa sia cambiato, che si è di fronte ad una svolta. Tra la gente si parla di che acqua bere e di che cibo mangiare. Siamo tutti coinvolti, come si fa a mettersi da parte?

 

Superata l’illusione, oltrepassata la disillusione e la rabbia, si approda alla responsabilità personale, un processo di sviluppo accelerato dalla partecipazione, dalla compassione, dal pensiero cosciente, dall’autoriflessione. L’attuale caos ambientale e politico, un inimmaginabile aggregato di forze ed eventi fuori controllo, sta preparando una mutazione evolutiva?

 

Claudia Del Vento


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