Il preside della scuola media Besta di Bologna, da quest’anno ha deciso di formare una classe, la “1.a A sperimentale”, composta esclusivamente da alunni stranieri di differenti nazionalità, accomunati dal solo fatto di non parlare ancora bene l’italiano.
Lo stesso preside dell’istituto ha risposto alle più che legittime critiche sulla propria decisione, dicendo che la classe “non è un ghetto ma è stata formata per integrare”. Come non è dato di sapere, essendo questi studenti rigorosamente non in contatto con altri alunni italiani.
La 1.a A è composta di scolari stranieri di differenti nazionalità appunto, tra gli 11 e 15 anni, che sono arrivati in Italia attraverso i ricongiungimenti familiari.
La polemica è esplosa dopo una lettera nella quale i genitori del Consiglio d’istituto della scuola hanno denunciato tale scelta, perché dal canto loro ghettizza questi studenti e non li aiuta a integrarsi, perché impedisce, di fatto, il confronto tra studenti stranieri e italiani.
Una classe del genere oltre a discriminare questi ragazzini, che hanno la sola “colpa”di non saper parlare bene l’italiano, crea esclusione e non inclusione, mentre la scuole dovrebbe sempre essere il luogo dell’inclusione senza se e senza ma, di tutti e di tutte.
Ovviamente l’handicap della conoscenza della lingua italiana per gli scolari immigrati è un dato di fatto ineludibile, che però va affrontato potenziando ad esempio la presenza dei mediatori culturali nelle scuole, evitando soluzioni discriminatorie e inutili come in questo caso.
C'è da augurarsi che il preside della scuola media bolognese ci ripensi e dia fine in tempi brevi a tale tipo di classe.