In Europa ogni 8 ore un adolescente, il 53% di femmine e il 47% di maschi, si suicida a seguito di vessazioni e veri e propri atti di bullismo, nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni: uno stillicidio a cui bisogna porre fine. Lo affermano in una nota congiunta il giornalista Mario Campanella, Presidente di 'Peter Pan Onlus' e la professoressa Donatella Marazziti, ordinario di psichiatria all’Università degli Studi di Pisa.
"Si tratta di un dato che riguarda tutti i 27 paesi dell’Unione europea - scrivono Campanella e Marazziti - e che ha un filo interconnesso con il fenomeno della cyberglobalizzazione". Spesso, infatti, gli episodi di bullismo avvengono all’interno di famosi social network come Messenger e Facebook, addirittura in un ambito continentale.
Un suicidio su dieci avviene perché l’adolescente viene identificato come gay e colpito per le sue presunte tendenze. In tutti quanti i paesi, sempre secondo Marazziti e Campanella, si manifestano sentimenti preoccupanti di ghettizzazione nei confronti delle diversità di genere.
Tale allarmante dato va innanzitutto analizzato con attenzione dai sociologi per capire le cause che lo determinano e per cercare di contrastarlo. Un campanello d'allarme, a mio avviso, non di certo irrilevante, potrebbe essere riscontrato nei genitori di questi giovanissimi ragazzi, che sempre più frequentemente sono poco attenti ai propri figli in una fase molto delicata come quella dell’adolescenza, 'dimenticando' di trasmettere loro uno dei valori più importanti per una sana crescita: il rispetto delle differenze.