Marco Beltrandi è radicale, da sempre. Non è la prima volta che vota in dissenso dal Pd, ma ieri i colleghi democratici erano imbufaliti. Se Beltrandi si fosse presentato, invece di disertare la seduta della Commissione di Vigilanza della Rai, al Pdl non sarebbe riuscita l'operazione di far saltare il numero legale e, con i voti di 21 consiglieri su 40, il centrosinistra si sarebbe ritrovato maggioranza, dentro il cda Rai. Solo che mancava un voto, il suo.
- Il Pd dice che siete come il centrodestra: irresponsabili. Le donne si sono appellate a Emma Bonino perchè, inducendola a votare, spianasse la strada al primo cda per metà di donne.
Sono settimane, mesi, che chiedo di audire i tantissimi curriculum arrivati alla commissione di Vigilanza per il cda della Rai. L'ostinazione del Presidente Zavoli e del Pd come del Pdl lo hanno impedito. Si poteva fare in pochi giorni e oggi avremmo il nuovo cda. Invece niente. Non mi si può chiedere di votare nomi al buio. Mi è stata impedita ogni analisi dei curricula.
- Lei già dopo le due votazioni finite nel nulla dell'altra sera aveva parlato di spettacolo penoso, ma non è che abbia contribuito granchè a sbloccare la situazione. O no?
Si sono accorti solo nelle ultime ore che il voto dei Radicali faceva la differenza, ma noi sosteniamo le stesse proposte da anni e non ci ascoltano mai. C'è una mia proposta di legge del 2006 per fare l'asta sul canone e privatizzare la Rai, non l'hanno mai presa in considerazione. Per me possono andare avanti a votare a oltranza, tanto io continuerò a non votare. (Et. Co)
(da Il Messaggero del 5 luglio 2012)