Il manuale del buono e lungimirante imprenditore italiano indica alcune fondamentali linee guida da seguire: sedersi nei cosiddetti salotti che contano, attraverso partecipazioni incrociate in Mediobanca, in Rcs-Corriere della Sera et similia, diventandone magari membri del Consiglio di amministrazione; dotarsi di una squadra di calcio (possibilmente di serie A) per mantenere vivo il gioco di relazioni a vari e importanti livelli, perché il tifo tira; mantenere viva l’ipotesi che prima o poi potrebbe diventare ineluttabile la cosiddetta discesa in politica “per il bene del Paese e degli italiani”.
A Diego Della Valle, al secolo Mr Tod’s, manca proprio quest’ultima operazione da “manuale” per acquisire i connotati d.o.c. della categoria di appartenenza e la notizia della registrazione del simbolo “Noi italiani” lascia intendere che stia davvero per fare il grande salto, dopo un periodo di prove televisive nel talk tv come polemista “incazzato”.
Sulla stessa falsa riga e in anticipo rispetto al Patron della Fiorentina, Corrado Passera, banchiere e manager di Stato dal curriculum di tutto rispetto, sta già più avanti, dopo qualche tentativo malriuscito, è già più avanti con i progetti e non vede l’ora di misurarsi con la prova voto con la sua Italia Unica.
Su questo vezzo ormai ammuffito della classe dirigente economica di provare a occupare lo spazio lasciato libero da una politica debole, si sofferma - in questo numero di Maledetta politica - Giuseppe Rippa, che poi offre qualche spunto di riflessione sulle vicende delle elezioni in Grecia, che hanno visto il salvatore della patria Tsipras scegliersi come alleato scomodo un partito di estrema destra, piuttosto che avvalersi del contributo dei partiti di sinistra per ottenere i pochi voti necessari al raggiungimento della maggioranza parlamentare.