Due uomini si sono dati fuoco a distanza di poche ore in Tibet e Cina per protestare contro lo strapotere imposto negli ultimi anni dalla politica di Pechino e per chiedere a gran voce il rientro del capo spirituale tibetano nel Tibet occupato.
Mentre Pechino continua ad accusare il Dalai Lama stesso di essere causa di queste auto-immolazioni, e i fedeli accusano la Cina, oltre 60 uomini si sono dati fuoco da marzo 2011: di questi 50 sono deceduti.
Nella provincia di Gansu (Cina), presso il monastero di Bhora, Lhamo Kyeb, 27 anni, è morto tra le fiamme urlando le sue ragioni in direzione del monastero; l’uomo sarebbe deceduto poco dopo rendendo vani i tentativi di soccorso delle forze dell’ordine presenti.
Un tweet acquisito da 'Tibet Free' poche ore fa racconta invece di un’altra immolazione, stavolta nell’est del Tibet, dove alle 9:30 (ora locale) un uomo di nome Dhonup si sarebbe dato fuoco nei pressi del monastero di Labrang. (L.R.)