“Credo che debba cambiare il modo di fare scuola, che debba essere più aperto. Ci vuole una revisione dei nostri programmi in questa direzione”. La prima mossa, dunque, per Francesco Profumo, potrebbe essere quella di rivedere l'ora da sempre al centro di polemiche: quella di religione.
Quei sessanta minuti tanto cari al Vaticano, per il ministro dell'Istruzione, potrebbero essere ad esempio trasformati “in un corso di storia delle religioni o di etica”, dal momento che il paese è “cambiato e nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e paesi diversi”.
Secondo i dati dell'ultimo dossier Caritas, infatti, su 700 mila studenti figli di stranieri, solo il 20% è cattolico e la percentuale degli allievi che decidono di non frequentare l'ora di religione è salita al 10%.
"E' importante - ha replicato al ministro il cardinale Gianfranco Ravasi - il rinnovamento della didattica nel metodo: il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani vanno sempre insegnati, ma c'è spazio anche per un aggancio con il mutare della società e lo sviluppo dei tempi e della cultura". In questo senso ciò che ha detto il ministro Profumo può essere declinato" .