In silenzio, candele e cartelli in mano, una folla di manifestanti si è riversata per le strade di New Delhi in segno di rabbiosa solidarietà alla bambina di cinque anni stuprata, mutilata e ridotta in fin di vita da un giovane di 22 anni, suo vicino di casa.
Il giorno prima un'altra bimba, sei anni, era stata violentata, strangolata e gettata in una discarica ad Aligarh, città a 140 chilometri dalla capitale.
Un lungo incubo, quello vissuto dall'India, che il popolo non è oltremodo disposto a tollerare: davanti al quartier generale delle forze dell'ordine di New Delhi uomini e donne chiedono le dimissioni del capo della polizia, incapace, a pari del governo, di ridurre lo sconvolgente numero di stupri nella città