È stato proiettato alla sessantatreesima Berlinale il nuovo film di Jafar Panahi dal titolo Closed Curtain. “Non è un film contro il regime. Racconta, di fatto, la prigionia di Panahi nella sua casa al mare” - spiega il fidatissimo collaboratore di Panahi e co-regista Kamboziya Partovi. “L’unica storia che si poteva raccontare. Per un regista è difficile non lavorare”.
Tuttavia Panahi era assente alla proiezione in quanto, nonostante la Germania abbia rivolto all’Iran una specifica richiesta di visto che avrebbe permesso all’autore di partecipare, gli è stato impedito perché condannato precedentemente dal regime iraniano a sei anni di prigione e a non girare film, a non scrivere sceneggiature, a non viaggiare al di fuori del suo Paese e a non concedere interviste per 20 anni.
Closed Curtain è stato realizzato segretamente e con molte difficoltà come richiesta d’aiuto di un Panahi privato della sua libertà e sopravvisuto grazie all'arte stessa. (S.D.C.)