di Carola Frediani (da corriere.it)
Google si scaglia contro l’Onu in nome della libertà della Rete. E per farlo lancia anche una petizione online. A essere presa di mira è una conferenza dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT), l’agenzia delle Nazioni Unite che raggruppa le autorità di regolamentazione del settore di tutto il mondo, prevista il 3 dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
La Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni internazionali (Wcit) intende aggiornare e rinegoziare un vecchio trattato sull’informazione, con conseguenze anche sulla regolamentazione della Rete. La tentazione, da parte di alcuni Paesi partecipanti, è di trasferire il controllo delle specifiche di Internet e della gestione dei domini, oggi coordinate in modo aperto da una pluralità di soggetti, alla stessa organizzazione Onu, e quindi in seconda battuta ai governi che vi sono rappresentati.
LA PETIZIONE - Cosa significherebbe tutto ciò? Google non ha dubbi: «L’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) è il posto sbagliato per prendere decisioni sul futuro di internet»; infatti «solo i governi hanno voce in capitolo dentro l’UIT», inclusi molti Paesi che non hanno al primo posto della loro agenda la difesa della libertà di espressione e di una rete libera e aperta. Inoltre, fanno notare da Mountain View, «l’UIT è un organismo segreto. La conferenza sul trattato e le proposte sono confidenziali».
Se dovessero passare, spiega ancora la Grande G in Take Action, una pagina di protesta creata appositamente che raccoglie le firme degli utenti, potrebbero «aumentare la censura e minacciare l’innovazione». Inoltre richiederebbero a servizi come YouTube, Facebook e Skype di pagare nuovi pedaggi per raggiungere le persone attraverso le frontiere. «E ciò potrebbe limitare l’accesso all’informazione specie nei mercati emergenti».
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