di Lorenzo Cremonesi
Le chiamano "spose a basso prezzo". Mogli bambine, facili da trovare, facili da portare via, con le famiglie disposte a tanto pur di veder migliorate anche solo di poco le loro disastrose situazioni economiche nei campi profughi sempre più gremiti e disperati lungo il confine.
Il mercato è fiorente e in crescita. Tanti tassisti di Amman ormai si sono industriati. Attendono i ricchi sauditi e dei Paesi del Golfo all’aeroporto o di fronte agli hotel a cinque stelle. Basta poco per capire cosa vogliono. «Le donne siriane piacciono nel mondo arabo. Sono chiare di pelle in un parte del globo dove il sole abbronza e invecchia troppo in fretta, alte, gli occhi grandi», raccontano gli attivisti locali per la difesa dei diritti umani a Cassandra Clifford, nota militante americana per le garanzie dei più deboli e fondatrice dell’organizzazione umanitaria «Bridge to Freedom Foundation».
Costano poco, bambine di 15 o 16 anni cedute dalle famiglie appena sfuggite agli orrori della guerra civile per cifre che possono restare nei limiti dei 1.000 o 2.000 euro. Una quisquilia, noccioline per gli uomini d’affari del Golfo. Sono abituati a spendere ben di più. Una notte in compagnia di prostitute ucraine in un albergo a Dubai può costare anche il doppio...
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