di Conchita Sannino (da “la Repubblica Napoli”)
Stavolta Roberto Saviano non nomina il sindaco, ma gliele canta senza mezzi termini, puntando al profilo del suo impegno politico. «È sempre stato così: il rivoluzionario al potere è il più zelante dei reazionari», affonda. Poi con parole nette e pesanti — impensabili fino a poco più di un anno fa — infilza Luigi de Magistris: «La cattiva politica fa tanti danni ma passa. Il racconto antimafia, e l’azione che genera, no». Replica al vetriolo di Luigi de Magistris: «Lo scrittore sta parlando molto di Napoli ultimamente, vediamo se si tratta di uno schieramento elettorale». Infine, la provocazione: «I diritti televisivi, almeno una parte di questi milioni, li diano alle associazioni». Tradotto: caro Saviano, lascia qui una parte dei tuoi proventi.
Intorno alle ferite di Scampia — alle sue speranze, ma anche al marchio infamante costruito da batterie di assassini e criminali d’ogni generazione — si combatte un’altra battaglia. Un anno esatto di scontri, proprio in queste ore. Saviano versus de Magistris, e viceversa.
Lo scrittore e il sindaco parlano in due lingue diverse, e se ne dicono di tutti i colori. Ormai lontanissimo l’invito a «passeggiare insieme» che un neoeletto de Magistris rivolse al giovane Roberto diventato, nel mondo, simbolo dell’impegno civico.
L’autore di Gomorra è il primo a puntare il dito su contraddizioni o «mancata chiarezza» del sindaco. È il 4 gennaio 2012, e il Comune ha appena licenziato Raphael Rossi dal vertice di Asìa. «Mi sarei aspettato più chiarezza», scrive Saviano via tweet. E ancora: «Sulla questione rifiuti a Napoli non ci si può permettere zone d’ombra». Da allora, un crescendo di diffidenza, delusione. Da parte del sindaco, repliche stizzite…..
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