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16/11/24 ore

Renzi e il metodo stalinista di 'eliminazione' dell'avversario nel Pd


  • Ermes Antonucci

Non sarà simpatico a molti elettori, personalmente e politicamente, ma il trattamento speciale riservato dalla dirigenza del Pd ogni giorno nei confronti di Matteo Renzi sta assumendo aspetti non proprio compatibili con quell’aggettivo “democratico” sul quale il partito fonda il suo nome e la sua politica.

 

Il motivo è chiaro, il sindaco fiorentino con il suo progetto di rottamazione della classe dirigente piddina un po’ ammufita ha provocato una massiccia reazione di difesa da parte dei “futuri rottamati”.

 

L’ultima accusa con la quale Renzi deve fare i conti è quella di aver partecipato ad una cena di raccolta fondi organizzata a Milano da Davide Serra, titolare di una società che avrebbe sede nel paradiso fiscale delle Cayman. Il segretario Bersani non si è fatto sfuggire l’occasione e ha imputato al suo prossimo avversario nelle primarie di essere al fianco dei “banditi della finanza”, tanto da guadagnarsi la querela di Serra, che ha precisato di essere un “investitore istituzionale basato a Londra”.

 

Quella delle Cayman è comunque solo l’ultima delle invettive elaborate da una dirigenza ormai in preda al panico di fronte al rischio concreto di dover lasciare, dopo decenni di occupazione, le strutture del partito e di andare magari “ai giardinetti a fare il nonno”.

 

Si guardi all’incredibile corsa di alcune settimane fa per cambiare le regole delle primarie, un tentativo in parte ridimensionato ma che ha condotto il sindaco di Firenze a dirsi “deluso dal comportamento di Bersani” e il suo staff a definire le nuove regole “una porcata degna del miglior Calderoli”.

 

E ancora, si leggano le dichiarazioni – poi smentite – attribuite da 'La Stampa' a Massimo D’Alema, forse l’obiettivo primo della campagna di demolizione renziana.

 

L’ex premier, oltre ad accusare Renzi di essersi spostato con un jet privato durante il suo tour elettorale (“Renzi è andato a Sulmona, sapete come? Jet privato da Ciampino, poi una Mercedes…In camper c’è salito alle porte di Sulmona”), ha lanciato uno strano avvertimento: “Lo sapete che se mi stuzzicano reagisco. E che se c’è da combattere, combatto. Renzi ha sbagliato, e continua a sbagliare. Si farà del male”.

 

Parole che il rottamatore fiorentino ha definito dal “tono allusivo e un che di intimidatorio che francamente non capisco...”

 

È guardando alle radici storiche del Pd che forse è possibile comprendere queste dinamiche. Come ha fatto notare Marco Pannella “stiamo assistendo nei confronti di Renzi esattamente a quello che è il trionfo della parte virtuosa, viziosa della storia post-stalinista”.

 

“A un certo punto – ha proseguito Pannella in un collegamento su Radio Radicale – gli avversari bisogna linciarli, eliminarli. Adesso il nemico da eliminare è Renzi, proprio perché una parte del popolo già comunista, della gente, ha intuito che Renzi in effetti è quasi antropologicamente nuovo, diverso. Non fa parte del potere, del regime...”.


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