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23/12/24 ore

Sanità, perché i Radicali si sono astenuti sul Decreto Balduzzi


  • Silvia Soligon

Ieri, 18 ottobre, la Camera ha approvato il decreto legge sulla sanità messo a punto dal Ministro della Salute Renato Balduzzi. 269 i voti favorevoli, 65 i contrari e 29 le astensioni. Fra queste, quelle dei Radicali, preannunciate da Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente onorario dell'Associazione Luca Coscioni, secondo cui il decreto, “debole e poco coraggioso”, sarebbe destinato “ad incidere poco sul sistema sanitario”.

 

Il motivo principale dell'astensione, ha spiegato Farina Coscioni, risiede nel fatto che “il riassetto della medicina generale sul territorio, da anni sostenuto dai radicali, rischia di restare solo sulla carta perché la normativa proposta si riduce ad una enunciazione e ad un invito alle Regioni .

 

La deputata radicale ha sottolineato che nella situazione attuale, con una diminuzione delle spese ospedaliere dell'8-10%, mancano le risorse economiche necessarie per sostenere la medicina sul territorio. A ciò si aggiunge l'assenza sia di penalità, sia di premi per le Regioni. Ultimo, ma non meno significativo, ostacolo è l'incertezza sui tempi di attuazione. In queste condizioni, ha sottolineato Farina Coscioni, “tutto rimarrà inattuato e le Regioni continueranno a ricorrere spese ed assunzioni clientelari nelle strutture ospedaliere, in cambio di consenso elettorale”.

 

I motivi dell'astensione riguardano, però, anche gli stessi contenuti del decreto. Secondo quanto disposto nel testo definitivo, direttori generali e primari dovranno essere scelti in base al merito, garantendo una valutazione trasparente e indipendente dei candidati e pubblicizzando di più i bandi di concorso. Secondo il Presidente del Consiglio queste disposizioni dovrebbero allentare le interferenze politiche “su meccanismi che politici non sono”.

 

I Radicali sono, però, di opinione ben diversa. “La normativa sulle nomine dei direttori generali – ha puntualizzato Farina Coscioni - ricalca la situazione attuale senza novità di rilievo se non il richiamo, privo di reali imposizioni e controlli, ad una maggiore trasparenza. I Direttori Generali continueranno così ad essere i veri segretari/finanziatori della partitocrazia che formano le maggioranze regionali. Anche per le nomine dei 'primari' si percorre una via che richiama i vecchi concorsi universitari e che si è dimostrata fallimentare da molti decenni”.

 

Altro punto di disaccordo è l'attività intramoenia. Anche in questo caso il dl Balduzzi prevede una maggiore trasparenza, mirata al controllo del numero di prestazioni del singolo medico che anche se specialista di struttura pubblica, potrebbe essere autorizzato a svolgere la libera professione anche all'esterno di essa.

 

Secondo i Radicali “invece di interrompere definitivamente l’attuale pratica che tutela esclusivamente i medici contro gli interessi economici e di salute dei cittadini, nei fatti il Ministro ha proposto la sua definitiva legalizzazione, introducendo solo poche norme facilmente aggirabili”.

 

Criticato anche l'aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), che prevede due scadenze: il prossimo 31 dicembre per il decreto del Presidente del Consiglio necessario per l'aggiornamento stesso e il 31 maggio 2013 per l'aggiornamento del nomenclatore tariffario, cioè dell’elenco delle prestazioni protesiche e dei dispositivi erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.

 

Farina Coscioni ha precisato che l'attuale governo ha accolto “con parere favorevole in data 16/12/2011 l'ordine del giorno (...) che lo impegnava tra l'altro a emanare il decreto sui Lea entro il mese di gennaio 2012”. La scadenza non è stata rispettata e, di conseguenza, “ad oggi la versione del Nomenclatore in vigore per i cittadini è ancora quella del 1999 e ciò significa che in molti casi per disporre di ausili moderni, debbono pagare di persona quello che sarebbe loro diritto avere gratuitamente ma che formalmente non fa parte del vigente Nomenclatore”.

 

“I Lea – ha concluso Farina Coscioni - sono il profilo più alto del diritto alla salute e con l'aggiornamento del Nomenclatore non sono un mero atto burocratico, ma sono il presupposto per identificare il profilo del diritto alla salute e alla dignità della vita e pertanto non possono essere subordinati ad un ennesimo ritardo. In attesa del rinnovo dei LEA e del Nomenclatore le condizioni di assistenza anche domiciliare non vengono generalmente assicurate e i malati e disabili sono drammaticamente lasciati soli. Possiamo dirci delusi? Dobbiamo dirlo... perché i tempi della politica non coincidono con i tempi dei malati e dei disabili”.


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