Ospite della trasmissione di Corrado Formigli su La7, Piazzapulita, il giovane “rottamatore” Matteo Renzi, candidato alle primarie del Pd, ha avuto possibilità - pur con un contraddittorio piuttosto blando - di spiegare a modo suo il programma e di fare, viva dio, chiarezza su alcuni aspetti cari ai Radicali.
"Personalmente considero i Radicali gli unici veri interlocutori relativamente alla legge elettorale e al finanziamento pubblico ai partiti: promotori di un referendum nel 1993, ciò che la volontà popolare aveva deciso è stato stravolto con la truffa del 'rimborso elettorale'. Lo dico chiaramente dalla Leopolda: il finanziamento pubblico ai partiti va abolito!". Un fulmine a ciel sereno che ha illuminato la notte di chi, in tal senso, si chiede da decenni come mai nessuno parla o fa parlare i Radicali, pupazzate da Vespa permettendo.
Dopo la bacchettata che i Radicali Roma avevano inflitto al buon Renzi, reo di aver affisso per Roma manifesti abusivi che lo annunciavano, in pieno stile "regimental-partitocratico", per la serie "cosi-fan-tutti", e l'immediata cenere auto-cosparsasi sul capo del fiorentino (le pubbliche scuse agli "amici Radicali" sull'immancabile Twitter), la parola "radicale" è entrata così prepotentemente nel vocabolario del sindaco di Firenze.
Attenzione: Matteo Renzi non ha mai nascosto la ricerca di consenso anche in aree elettorali diverse, e avverse, al Pd; un'apertura ai Radicali potrebbe, dovrebbe, essere quindi interpretata come la ricerca di un ulteriore bacino elettorale nello "zoccolo duro" radicale (che a volte è stranamente incantato dal suono delle sirene dei capi del Movimento a Cinque Stelle).
Va detto anche che Renzi è stato l’unico a riconoscere i meriti dei Radicali nel far emergere la vicenda che ha travolto Renata Polverini e la Regione Lazio (come documentato anche da Sergio Rizzo in un articolo sul Corriere della Sera), facendo intendere (ma su questo potrebbe essere più chiaro) che la trasparenza cercata e voluta prima in Provincia di Firenze e poi in Comune è figlia democratica ma di padre radicale.
Non si sa quanto e se Matteo Renzi stia effettivamente tendendo una mano ai Radicali per assorbirne i contenuti, prima che i voti; certamente le precisazioni di ieri sera dalla poltrona Chesterfield di Piazzapulita sulla legge elettorale e sul finanziamento pubblico (due temi "radicali" per antonomasia) ha reso quanto meno un servizio pubblico di informazione migliore e purtroppo insolito negli affollati salotti Tv e nei telegiornali.
Sarebbe interessante, in tal senso, conoscere a questo punto il Renzipensiero anche su altri temi “radicali” (Carceri, la riforma della Giustizia, la libertà della ricerca scientifica, Testamento biologico…) e, non ultima, sulla “questione liberale nella sinistra italiana”, da tempo sollevata su queste pagine e negli scritti di Quaderni Radicali.
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