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27/12/24 ore

MoVimento 5 stelle: niente successo, siamo grillini !


  • Ermes Antonucci

Il grillino Giovanni Favia, ospite ad Otto e mezzo, ha confermato le accuse di mancanza di democrazia all'interno del Movimento 5 Stelle, così Beppe Grillo ha deciso di rompere il silenzio e di rispondere direttamente al consigliere “ribelle”, ponendo la sfiducia.

 

Negli ultimi cinque giorni, infatti, sul blog di Grillo a parlare era stato prima Gianroberto Casaleggio, poi tal Maurizio Ottomano, giornalista freelance legato – anche se questo non è stato scritto – al meetup grillino di Vicenza. Il primo, accusato di essere la mente dell’intero movimento e il responsabile della deriva antidemocratica, ha rilasciato un brevissimo commento: “Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai definito le liste per le elezioni comunali e regionali. Né io, né Beppe Grillo, abbiamo mai scritto un programma comunale o regionale. Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai dato indicazioni per le votazioni consigliari, né infiltrato persone nel MoVimento Cinque Stelle”.

 

Chi si aspettava una discolpa più articolata da parte dell’eminenza grigia si è dovuto accontentare di tre semplici righe, nonostante la trasparenza sia considerata uno dei cavalli di battaglia del Movimento. Maurizio Ottomano, invece, ha proposto la via del complotto: il fuori-onda di Favia era concordato perché il consigliere emiliano, che è già alla seconda legislatura e quindi non più candidabile nel M5S, sta cercando di riciclarsi in ottica Pd. Una ricostruzione impensabile e fantasiosa, e che proprio per questo piace a gran parte del popolo grillino, abituato alle cospirazioni elaborate dal proprio leader.

 

La risposta di Grillo, comunque, è arrivata solo oggi, scarna, telegrafica: “Io non caccio nessuno, ma Favia non ha più la mia fiducia”. Giorni e giorni di polemiche liquidate con una sola frase. Nulla sulle parole di Favia, nulla sul ruolo di Casaleggio, nulla sul futuro del Movimento.

 

Ma Grillo non deve fare i conti solo con Favia. Sonia Alfano, candidata dal Movimento alle regionali in Sicilia prima di diventare eurodeputata per l’Idv (sostenuta da Grillo), sempre a Piazza Pulita ha affermato: “Casaleggio interviene nelle scelte politiche del Movimento. Venivano fatte queste riunioni nelle quali Casaleggio spiegava quale doveva essere il programma, come comportarsi, come condurre la campagna elettorale”. Alfano ha anche ricordato che Casaleggio le propose di gestire il suo blog ma lei rifiutò, e poco tempo dopo, curiosamente, giunse la scomunica da parte di Grillo sulla base di un pretestuoso scoop sui voli degli eurodeputati.

 

Ancor più preoccupante è la testimonianza di Raffaella Pirini, consigliera grillina al comune di Forlì, che in un’intervista rilasciata addirittura ad aprile, ma diffusa solo pochi giorni fa, ha evidenziato una strana manovra dei vertici in Emilia Romagna: “Diciamo che il Movimento 5 Stelle sta facendo di tutto per suicidarsi. Nel momento in cui siamo in piena corsa, dal blog c’è un attacco al gruppo dell’Emilia Romagna che è un gran bacino di voti. Il primo attacco è stato quello ad Andrea De Franceschi. Un atteggiamento di questo tipo da parte di Beppe e/o Casaleggio è quello che ha fatto più male a tutti noi”. Spiega Pirini, che “il cambio di atteggiamento c’è stato dopo che è stato dato spazio a Favia sul Il Fatto on line. Da quel momento in poi ci sono stati problemi”.

 

Dalla dichiarazione di Pirini emerge uno scenario singolare, nel quale la dirigenza del Movimento, “Grillo e/o Casaleggio”, per oscuri motivi appare infastidita dal successo in Emilia Romagna, tanto da vedere con ostilità l’eccessivo protagonismo di Favia, figura di maggiore spicco nella regione.

 

A conferma di ciò, Pirini fa notare una cosa: “A proposito di regole modificate, la cosa più eclatante è il limite dei due mandati o di dieci anni, norma che ci è stata indicata fin dagli inizi. Dopodiché è saltato un comunicato politico per cui un mandato vale da consumato anche se “commissariato”. Quindi ciò significa che se uno faceva un anno di consiglio comunale o sei mesi, valeva come cinque anni di mandato. E questa norma era tagliata a misura su una persona in Emilia Romagna (Giovanni Favia). Un cambio non voluto dalla rete ma imposto”.

 

Perché il duo Casaleggio-Grillo ha cercato, paradossalmente, di soffocare la crescita del Movimento nella regione più interessata dal successo dei candidati grillini e dalla mobilitazione della propria base?


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