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26/12/24 ore

Basta con i magistrati che fanno politica, l’Anm scarica Ingroia



"Tutti i magistrati, e soprattutto quelli che svolgono indagini delicatissime devono astenersi da comportamenti che possono offuscare la loro immagine di imparzialità, cioè da comportamenti politici". A parlare è il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli, che prende posizioni – circostanza a suo modo straordinaria - contro l’attivismo politico di Antonio Ingroia.

 

Il pm di Palermo, con il suo invito a cambiare la classe dirigente del Paese, afferma Sabelli, " si è spinto a fare un'affermazione che ha oggettivamente un contenuto politico", con il rischio di "appannare" la sua immagine di "imparzialita".

 

Per Sabelli, Ingroia ha anche sbagliato, insieme con il collega Di Matteo, ad assistere in silenzio alla "manifestazione plateale di dissenso nei confronti del capo dello Stato" che c'è stata alla Festa del Fatto quotidiano: "in una situazione così un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi", “evitare sovraesposizioni" e "non mostrarsi sensibile al consenso della piazza".

 

Non si è fatta attendere la risposta di Antonio Ingroia, che rivendica "l’analisi storica e sociologica del fenomeno mafioso: il collega Sabelli non conosce il contenuto della mia intervista e si è fidato di una frase estrapolata".

 

Io ho fatto – continua il Pm – un intervento, sul rapporto tra potere mafioso e politica e ho parlato di un certo modo di essere della classe dirigente che, invece di attuare una politica di annullamento, ha attuato una politica di contenimento della mafia e ho detto che per recidere i legami tra Cosa nostra e certa classe politica occorre rinnovare la classe politica. La mia era una valutazione storica e sociologica che rivendico”.

 

Il discorso riguardante il cambiamento della classe dirigente – precisa - va inquadrato in un contesto più ampio, in cui parlavo della necessità di recidere i legami dello Stato italiano con la mafia dall’Unità ad oggi. In questo senso ho detto che va cambiata la classe dirigente”.

 

Quanto alla mancata presa di distanza dalle critiche del Presidente della Repubblica, Ingroia ha sottolineato che “in un dibattito ognuno si assume la responsabilità personale delle proprie opinioni. Se si partecipa a un dibattito a più voci ciascuno dice quello che pensa e ne risponde".

 

“Né io né i colleghi abbiamo espresso ieri critiche nei confronti del Capo dello Stato – ribadisce – Secondo me sono polemiche fuori luogo. Come in ogni dibattimento ciascuno è responsabile delle proprie opinioni, ma noi siamo rimasti impassibili”.


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