“Se al pescatore Casini va dato atto di aver fatto buona pesca con poca pastura, il fritto misto che esce dalle cucine di Chianciano rischia di essere una pietanza indigesta per gli elettori e per il Paese”. Questa è la conclusione dell’attacco, vagamente poetico, scagliato da Italia Futura, l’associazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, all’Udc di Pier Ferdinando Casini.
“È soprattutto sul piano dei contenuti – si legge nell’editoriale futurista – che poco o nulla è emerso dall'assise di Chianciano. Monti dopo Monti è un programma davvero troppo scarno per una grande nazione”. Poi, altre critiche: sull’anzianità dei politici centristi, sulla classe dirigente locale, sull’illusione del rinnovamento.
Montezemolo ha dunque avviato l’assalto al Centro, ovvio bacino elettorale nel quale immergersi per provare a sbarcare in Parlamento. Unico problema, per essere eletti bisogna candidarsi, e su questo punto il presidente della Ferrari non ha ancora chiarito le sue intenzioni. Mancano circa 7 mesi alla chiamata alle urne e l’universo futurista, dichiaratosi unico e reale portatore dell’istanza liberale nel nostro Paese, è avvolto ancora nell’oscurità.
Candidarsi? Con chi? Esponenti del governo tecnico (come Corrado Passera)? Fli? Giannino? Tutto può accadere, nella lunga ed estenuante discesa in campo dell’ex presidente di Confindustria. Una candidatura che, secondo alcuni sondaggi, varrebbe addirittura il 20%, ma che da anni stenta ad arrivare.
In attesa di illuminare la strada della nostrana rivoluzione liberale, il movimento di Montezemolo, divenuto sentinella della società civile, prosegue nella sua ben più comoda logica extraparlamentare. Insolita, per chi si propone di cambiare l’Italia.
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