All’indomani della morte di Marco Pannella sono partiti lancia in resta. Sono “stati rapidi: nelle prime parole, nel fare un sito web, nel fissare la data della Convezione nazionale”…nel riannodare i fili radicali, nello sfruttare antiche relazione per ottenere un po’ di visibilità mediatica dal regime. Adesso, però, viene il difficile per quelli de La Marianna; per questo - come dice l’ideatore/promotore Giovanni Negri - “occorre essere prudenti nelle scelte finali”.
Sul nuovo progetto politico dell’ex segretario del partito radicale nulla è infatti ancora scontato, niente è definito, non pochi gli interrogativi. La Marianna sarà un partito o un movimento? E se alla fine diventasse un giornale o una rivista sul modello degli amici del "Mondo"? E poi, chi lo dice che si chiamerà Marianna?
Insomma, la “cosa nuova” - che ha “debuttato in società” lo scorso week a Roma - non ha ancora le idee chiare. Tutto dipenderà dagli sviluppi del percorso autunnale, in vista dell’appuntamento di Bologna all’inizio del nuovo anno. Si tratterà di una fase di studio: perché “La Marianna ama studiare, acquisire conoscenze” per poi mettere a punto proposte concrete. Si è iniziato a farlo col primo appuntamento del 17 e 18 settembre in una piccola sala del Centro Congressi Cavour a Roma, discutendo soprattutto di economia e politica estera e annunciando un "Giustizia day" a ottobre, parte di un tour nazionale tra convegni e dibattiti. Poi ci si conterà.
Il bacino da cui può e vuole pescare La Marianna è costituito innanzitutto - ma non solo – dall’area radicale smarrita e orfana del suo leader carismatico, dalla eterna diaspora socialista, da coloro che si erano qualche tempo fa aggregati attorno a “Fare per fermare il declino”, prima che si schiantasse sulla carriera scolastica di Oscar Giannino.
Ma i numeri non bastano: sono necessarie qualità, forza ed energia per rimettersi in gioco. Giuliano Cazzola – ex Cgil, ex socialista, ex deputato nella maggioranza di centro-destra con incarichi in commissione lavoro -, nell’introdurre il suo intervento sulle pensioni, ha raccontato che la sera prima, a cena con “due vecchi amici compagni d’armi”, dal ricordo dei fasti di un tempo si è finito per a parlare di prostata. Ecco, vale la pena tenerne conto, perché - autoironia del buon Cazzola sulla propria età a parte - il rischio da scongiurare per La Marianna sta proprio in questo: restare fra reduci a confrontare le cartelle cliniche.
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