Proprio in questi giorni il direttore di Agenzia Radicale sottoponeva a un’analisi della redazione il modus operandi di Comunione e Liberazione, che in occasione del meeting di Rimini ha archiviato la lunga e ingombrante stagione formigoniana senza colpo ferire, apparentemente volando alto, come si evince dal titolo dato alla kermesse di quest’anno, sostanzialmente, cambiando in fretta e furia cavallo con la lisciata di pelo a Mario Monti e al suo governo tecnico.
È sempre stato così con i potenti di turno, sottolineava il direttore, interrogandosi su come fare emergere su queste pagine la cosa con un po’ di storia dei meeting ciellini, senza apparire però pretestuosi, giusto per attaccare la creatura di Don Giussani.
Ma poi, inaspettatamente, Famiglia Cristiana, in chiusura di un editoriale, ha inquadrato esattamente i termini della questione con “un’ultima considerazione” - di seguito riportata - che ci ha tolto dall'imbarazzo.
“...Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier. Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull’orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare.
C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere è lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e liberazione. Non ci sembra garanzia di senso critico, ma di omologazione. Quell’omologazione da cui dovrebbe rifuggire ogni giovane. E che rischia di trasformare il Meeting di Rimini in una vetrina: attraente, ma pur sempre autoreferenziale.” (A.M.)
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