Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Minoranza linguistica Rom e Sinti: vive ancora la battaglia di Paolo Pietrosanti



di Camillo Maffia e Gianni Carbotti

 

Si è svolto giovedì 11 alle ore 15.00 in piazza Montecitorio il sit-in organizzato dal Comitato promotore per il riconoscimento della minoranza linguistica Rom e Sinti. La difficile battaglia per l’acquisizione di uno status giuridico ha radici lontane: nel 1999, il Radicale Paolo Pietrosanti comunicava alla stampa lo scandalo dell’esclusione dei Rom dalla legge n. 482 ("Norme per la tutela delle minoranze linguistiche storiche"), infischiandosene di una convenienza politica che avrebbe suggerito al candidato alle elezioni europee di farsi gli affari suoi, considerato il livello di razzismo imperante; ma l’allora Consigliere generale del Partito Radicale, ammettendo apertamente di "rischiare il ‘bacio della morte’", si scagliò contro l’eliminazione della minoranza più popolosa d’Italia dalla legge che avrebbe dovuto tutelarla. Da allora non si contano le raccomandazioni ONU, OSCE e dell’UE, che nel 2012 ha ratificato quella "Strategia Nazionale d’Inclusione per Rom, Sinti e Camminanti", in attuazione della comunicazione n. 173/2011, con la quale l’Italia s’impegnava, fra l’altro, a concedere finalmente uno status giuridico a Rom e Sinti.

 

La "Strategia" è oggi lettera morta, ma alcuni Rom non si danno per vinti: fra questi, l’attore Toni Zingaro, il poeta, saggista e musicista Santino Spinelli, l’attivista Sashka Jovanovic (tutti presenti al sit-in, venuti da varie parti d’Italia, insieme fra gli altri al prof. Marco Brazzoduro, sempre in prima linea per i diritti umani dei Rom)e l’attrice Dijana Pavlovic, quest’ultima di recente vittima dell’ondata d’odio istigata da alcune forze di centrodestra, e culminata negli sfoghi razzisti sulla sua pagina Facebook seguiti all’incidente a Via Battistini, con parole irripetibili.

 

 

Non è la prima volta che l’attrice è vittima d’insulti razziali, non ultimi quelli dell’europarlamentare leghista Buonanno che è stato denunciato per le sue gravi affermazioni ("Siete la feccia dell’umanità", disse a Dijana Pavlovic nel corso della trasmissione televisiva di La7 "Piazza Pulita"); e a vederla si direbbe simboleggi un tratto tipico della mentalità italiana, che a volte sembra esprimersi con sillogismi le cui radici affondano ai tempi dei roghi medievali: "E’ una donna, è bella, per di più è zingara, quindi linciamola" – questi sembrano essere i pensieri che scorrono nella testa dell’italiano medio, pronto a fare della Pavlovic una gelida Malena virtuale aggredendola sulla piazza 2.0 dei social network.

 

Nessuno ha finora opportunamente collegato l’assenza di uno status giuridico per Rom e Sinti con lo scandalo di Mafia Capitale, e dunque tanto più opportuna e simbolica appare questa puntata romana dell’iniziativa lanciata dalla Federazione Rom e Sinti Insieme, guidata dalla stessa Pavlovic, per il riconoscimento della minoranza linguistica. La spartizione dei fondi pubblici per i "campi nomadi", infatti, così come le ripetute violazioni dei diritti umani compiute dalle giunte capitoline con gli sgomberi di Veltroni, Alemanno e Marino, è possibile solo in virtù del fatto che si fanno politiche per i Rom senza che questi siano in alcun modo riconosciuti come minoranza, ed è dunque piuttosto semplice far scorrere in mille rivoli il denaro destinato a un popolo che dal punto di vista legale praticamente non esiste.

 

Tuttavia, non è stato dato molto risalto alla raccolta firme per la legge popolare, appoggiata ancora una volta da un’unica forza politica: i Radicali, grazie all’interesse e al sostegno di Rita Bernardini.

 

 

Un’esperienza strana, vedere il volto negato del popolo Rom – la sua rappresentanza – parlare, esprimersi, discutere, proporre, dal portavoce del campo nomadi come Nedzib Sejdovic all’artista internazionalmente riconosciuto come Santino Spinelli; una rappresentanza prevista dalla Strategia Nazionale d’Inclusione, ma sistematicamente negata. La "Strategia" prevede infatti l’apertura di Tavoli amministrativi, presso le Regioni e i Comuni, all’interno dei quali elaborare dei percorsi compatibili con le linee-guida previste dal documento stesso, affinché questi possano essere approvati dall’UNAR come punto di contatto nazionale e si possa quindi accedere all’ampio quadro di finanziamento europeo. Un percorso molto preciso e ben delineato, che però non è stato mai applicato: nel Lazio il Tavolo non è stato mai aperto, se non recentemente in modo poco compatibile con i parametri previsti dalla "Strategia", né tantomeno ne è stato istituito uno al Comune, benché ci si riempia la bocca di "superamento dei campi".

 

I quali sono impossibili da superare violando la Strategia: ma l’attuale dibattito continua a dimenticare i parametri fissati dall’UE e la rappresentanza Rom, puntando piuttosto ad espropriarla con colpi di mano e a riconvertire la spesa attuale per il mantenimento dei campi nomadi in percorsi di superamento degli stessi. Del resto, è l’unico modo per amministrazioni come quella capitolina di continuare a giustificare un flusso di denaro che frutta in media, da oltre quindici anni, circa venti milioni di euro annui: e non c’è azione giudiziaria che tenga, le amministrazioni, di centrodestra o di centrosinistra, sono sempre pronti ad inventarne una nuova per continuare la spartizione del denaro pubblico, calpestare il diritto all’autodeterminazione dei popoli e sfruttare l’ondata mediatica con falsi proclami, magari coinvolgendo grandi personalità sensibili ai diritti umani che in buona fede finiscono con l’appoggiare iniziative che si dichiarano in attuazione della Strategia, violandola in realtà in modo patente.

 

 

Poi, certo, si esprime solidarietà a Dijana Pavlovic, quando subisce il linciaggio: ma il paterno mondo di certa politica e dell’associazionismo gagè, ben deciso a non avere Rom tra i piedi e a continuare a "tutelarli" incassando milioni in soldi pubblici e finanziamenti privati, con una mano tiene ai margini i rappresentanti delle associazioni Rom, li censura, li smarca, pensa e si propone al posto loro con grande impiego di mezzi e di risorse; e con l’altra, esprime una solidarietà sussurrata alle vesti digitalmente lacerate, ai capelli virtualmente strappati sulla pagina Facebook dell’attrice Rom, come il perverso Creatore di Lautreamont: "Tacete … tacete … se qualcuno vi sentisse! Vi risistemerò tra gli altri capelli … come gli uomini vorranno obbedire a queste leggi severe, se il legislatore stesso rifiuta di attenervisi?".

 

 


Aggiungi commento