Neanche il tempo di festeggiare il raggiungimento della soglia del 4% e l’ingresso in Parlamento europeo che, in linea con le più ovvie previsioni, la lista Tsipras dei presunti intellettuali di sinistra si spacca. A mandare in tilt l’ultima creatura dell’eterno accrocco movimentista-giustizialista, ci ha pensato Barbara Spinelli, una delle promotrici dello schieramento che si rifà al nuovo eroe-feticcio dell'estrema sinistra italiana, il greco Alexis Tsipras.
Dopo essersi candidata con tutti gli onori (peraltro seguendo il vecchio vizio “politico” della candidatura multipla) e dopo aver annunciato l’intenzione di voler cedere il posto ad altri candidati in caso di elezione, Spinelli ha rinnegato la propria promessa: non cederà il seggio faticosamente conquistato, e volerà dritta al Parlamento di Strasburgo. Alla faccia degli elettori, e alla faccia anche dei proclami sul rinnovamento morale della politica.
Trascorsi dieci giorni di assoluto silenzio, la desaparecida Spinelli ha comunicato di aver “meditato” molto sul da farsi e, alla fine, di aver deciso di ritornare sui suoi passi e di entrare in Parlamento europeo, nel gruppo GUE-Sinistra Europea.
La figlia del compianto Altiero Spinelli, tuttavia, non sente di aver tradito una promessa, anzi: “I patti si perfezionano per volontà di almeno due parti e gli elettori il patto non l’hanno accettato, accordandomi oltre 78.000 preferenze”. La candidata della lista Tsipras, infatti, dice di essersi resa conto, “il giorno in cui abbiamo conosciuto i risultati, che sono veramente molti coloro che mi hanno scelto neppure sapendo quel che avevo annunciato: anche loro si sentirebbero traditi se non tenessi conto della loro volontà”.
Si tratta, insomma, dell’ennesima manifestazione di quell’egocentrismo masochistico fatto ormai proprio dalla suprema intellighenzia di sinistra, convinta di avere nelle proprie mani il segreto della svolta riformista nel Paese e di poterne essere gli unici interpreti, anche a costo di violare le proprie stesse promesse. E pazienza se ora l’intero progetto politico, già d’origine poco consistente, sembra diretto verso il fallimento, con Sel e Rifondazione che hanno già espresso duramente le proprie perplessità di fronte al voltafaccia spinelliano, e con il partito di Vendola che probabilmente alzerà ancora di più i toni dopo il sacrificio del suo unico seggio europarlamentare (quello di Marco Furfaro) a vantaggio proprio di Spinelli.
A coronare lo psicodramma collettivo ci pensa l’altra intellettuale a tempo indeterminato Sabina Guzzanti, che, a forza di firmare appelli assieme a tutte le altre muse della sinistra italiana, ha cominciato a non leggere neanche più i moniti da lei sottoscritti a tempo di record, salvo poi fare marce indietro alquanto imbarazzanti: “A forza di firmare appelli ho firmato quello sbagliato. Io sono per Barbara spinelli a Bruxelles, c’è bisogno di lei”. E la giostra delle incoerenze, dei battibecchi e degli individualismi, continua…
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