La “foto di Vasto” fa parte ormai dell’album dei ricordi. Dopo Pierluigi Bersani, infatti, anche Nichi Vendola pare abbia deciso di dare il benservito ad Antonio Di Pietro.
Il leader di Italia dei valori “non sta dimostrando molto interesse verso una prospettiva che avevamo immaginato insieme, la sua attività prevalente è da polemista più che da costruttore dell'alternativa” ha detto Vendola dopo aver incontrato il segretario del Pd Bersani;
A conferma che ormai la questione è chiusa, i due leader di centrosinistra, per bocca di Vendola, si sono lanciati in una vera e propria apertura all'Udc: “Sel è disponibile a lavorare con il Pd per costruire la coalizione della speranza, la coalizione del futuro. […] un centrosinistra che ha le idee chiare, che ha la bussola ferma e un orizzonte netto non deve avere paura di portare con sé chi intende arricchire la coalizione” ha detto sibillino Vendola. Parole che sono state interpretate positivamente (e silenziosamente) da Pierferdinando Casini, che aprioristicamente non esclude .
Per tendere ulteriormente una mano ai democratici, Vendola ha chiarito che presenterà un documento “che possa interloquire con la Carta d'Intenti del Pd, nel quale “articolo 18, diritti sociali e equità sociale”, uniti a “diritti civili a partire dalle coppie di fatto e gay”, saranno le priorità.
Nell'Idv il benservito vendoliano non è stato preso benissimo. Questa mattina il capogruppo alla Camera Donadi aveva avvisato il capo, suggerendogli di incontrare i leader di Pd e Sel per chiarire “un'identità di centrosinistra”, ma dal trono del partito non si è mossa una foglia.
Tuttavia le speranze per Di Pietro, che continua a cercare i contatti giusti per fare breccia nel cuore di Grillo, ancora non sono sepolte; anche perché se i partiti “vogliono liberarsi dei non allineati”, come ha affermato qualche giorno fa in merito al presunto (ma mai pervenuto) accordo partitocratico sulla nuova legge elettorale, ai “non allineati” tocca far qualcosa per restare a palazzo.
Dal canto suo Vendola, continua con la sua politica a metà tra cattocomunismo e consociativismo. le reazioni sul caso Ilva, che aveva promesso di chiudere nel dicembre 2010, ne sono la dimostrazione: vicinanza agli operai, vicinanza alla città, indisponibilità alla chiusura del tumorificio tarantino.ambintalismo di maniera Tutti d'accordo, tutti felici, tutti avvelenati.
“E' la partitocrazia, baby” direbbe l'amico del governatore pugliese Arnold Swarzenegger.
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