Di buone intenzioni sono lastricati i documenti ufficiali del Pd. Questa volta è toccata a Pierluigi Bersani tracciare il percorso.
14 cartelle (troppe) e dieci punti di proverbiale retorica che costituiscono la Carta d’intenti per la ricostruzione e il cambiamento dell’Italia. Bene comune.
Europa, lavoro, uguaglianza, diritti… Tutti i grandi temi vengono toccati nelle pagine fitte di sapere democratico e progressista presentate dal segretario aspirante premier, miscelando e rimestando ciò che è già più o meno noto almeno dai tempi del veltroniano I care.
Solo che oggi siamo a un poco international “ce la possiamo fare”. Come? Con un "patto dei democratici e dei progressisti che considerino "l’Europa il nostro posto", il "lavoro come parametro per tutte le politiche"; che puntino a un’ "Italia che sappia fare l'Italia", dove "istruzione, sanità, ambiente, sicurezza siano beni comuni", dove "non ci deve essere il povero né il ricco" (ma tutti uguali?).
La dignità della persona umana e i diritti individuali restano punti fermi delle intenzioni del Pd. Da qui il “contrasto verso ogni violenza contro le donne e una legge urgente contro l’omofobia”. E poi:“un bambino figlio di immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano”.
Sarà questa la prima norma quando i progressisti democratici andranno al governo, promette Bersani. La seconda, forse, quella che darà “sostanza normativa al principio riconosciuto dalla Corte Costituzionale per il quale una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico”.
Non meno importante, l’economia e il contrasto del ”liberismo finanziario che ci ha portato a questa crisi”, disarmando “sovranità e democrazia nei paesi”.
Quanto al fisco, “il primo passo da compiere è un ridisegno profondo del sistema fiscale che alleggerisca il peso sul lavoro e sull'impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari".
Ma nell’attesa che tutto questo e molto altro si compia, bisogna fare i conti con l’attualità. Quindi, Monti. In proposito, Bersani rassicura e conferma il suo appoggio al premier. Ma poi avverte: “siamo pronti a tutto!
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