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16/11/24 ore

Grillo contro Carlo De Benedetti


  • Ermes Antonucci

"De Benedetti è il mandante dei dossier contro Casaleggio". A sferrare l’ultimo attacco nella lunga battaglia politico-mediatica tra Beppe Grillo e l’editore di Repubblica questa volta è proprio il leader pentastellato. Un attacco "preventivo", dal momento che, come ha annunciato con la sua solita indole complottista il braccio destro dell’ex comico, Gianroberto Casaleggio, presunti dossier contro il M5S e il suo co-fondatore sarebbero in preparazione da parte di "professionisti del fango".

 

Dunque meglio prepararsi prima ed attaccare in anticipo, avrà pensato Casaleggio, che però, sfoggiando la sua abile timidezza, era rimasto sul vago, preannunciando future querele a screditori ancora ignoti. Così è stato Grillo a fare, come sempre, il lavoro "sporco",rivelando in pompa magna l’identità del "mandante", e lo ha fatto attraverso la solita intervista in ginocchio gentilmente offertagli dal Fatto travagliesco.

 

A preparare i dossier evocati da Casaleggio, dichiara con assoluta convinzione Grillo, sono "i giornali di De Benedetti": "Ha i lobbisti in Parlamento, come Berlusconi, con cui si sono divisi le cose. Detiene mezzi di comunicazione che perdono centinaia di milioni l’anno. Ha interessi nel carbone". Un mix di accuse, in realtà, piuttosto sconnesso, ma l’importante per il leader del M5S è lanciare il grido di battaglia.

 

"Noi vogliamo fare il politometro se andiamo al governo – aggiunge Grillo –, per verificare quanto aveva un politico prima di iniziare e quanto ha dopo la carriera. Lo faremo anche sui prenditori: andiamo a vedere le società che sono sparite, chi c’era. Per esempio, vediamo quanti soldi aveva De Benedetti prima dell’Olivetti e dopo l’Olivetti, quando quella società con 70mila dipendenti è sparita".

 

Il riferimento alle macchinazioni dei "giornali di De Benedetti" non è andato giù al Gruppo Espresso, che in una nota ha rivendicato con fierezza la propria libertà di inchiesta giornalistica e la propria "funzione nel sistema democratico italiano", né al comitato di redazione di Repubblica, che, oltre a ribadire il proprio orgoglio informativo, ha lanciato una bordata contro il giornale avversario.

 

Al Fatto, infatti, i giornalisti di Repubblica contestano il modo con cui all’intervista in questione sia stata data "la dignità dell’apertura e del titolo di testata", esprimendo quindi il sospetto che, in realtà, dietro alla disponibilità del giornale di Padellaro e Travaglio di ospitare l’offensiva di Grillo ci sia ben altro che un semplice dovere giornalistico. A stretto giro è arrivata anche la replica del Fatto: "Vorrà dire che la prossima volta, prima di mettere in pagina e titolare un articolo che potrebbe essere non gradito ai colleghi e a De Benedetti, ci atterremo al loro giudizio preventivo".

 

Se dunque la battaglia tra Grillo e l’Ingegnere tessera numero uno del Pd prosegue a colpi di accuse e complotti, anche il fronte più prettamente mediatico (ma anch’esso non privo di implicazioni economico-finanziarie) tra Fatto e Repubblica appare piuttosto infuocato, soprattutto ora che la famiglia De Benedetti annaspa tra diverse grane interne (Sorgenia su tutte).

 

 


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