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16/11/24 ore

Matteo e Angelino divisi nel teatrino (a proposito di Sale, zucchero e caffè)


  • Antonio Marulo

Per certi aspetti l’annuale capolavoro letterario di Bruno Vespa sta alla libreria come il Cinepanettone sta al grande schermo: è un appuntamento fisso di Natale, genera pudore misto a vergogna negli addetti ai lavori eventualmente sorpresi solo a sfogliarlo, ha il successo garantito di pubblico “nazional-popolare” (quello che la politica mi fa schifo e non mi interessa, perché sono tutti ladri, ma il libro di Vespa lo compro per capirci qualcosa).

 

Non mancano poi le risate, che sono assicurate nel corso delle presentazione alla stampa, divenuta ormai un must da non perdere del teatrino politico romano: un vero e proprio rito a cui i protagonisti scelti non rinunciano. Perché i politici passano, ma lui (Vespa) resta: immarcescibile, non rottamabile, sa coinvolgere anche la nuova generazione che si è "messa" in testa di cambiare il modo di fare politica, ma evidentemente non quello di comunicarla.

 

Ovviamente, come sempre, del libro, di Nonna Aida, di sale, ma anche di zucchero e di caffè non si è fatto minimamente accenno. Del resto ci sarà tempo e modo e chi vorrà potrà sorbirsi il giro delle sette e più chiese televisive che farà nelle prossime settimane il conduttore di Porta a Porta, inclusi “Prova del cuoco” e, ahinoi, "L'Arena" di Giletti.

 

Piuttosto, l’atteso appuntamento è stata occasione e pretesto per confermare le doti da abile intrattenitore-cabarettista di Matteo Renzi. Spalla di turno, il malcapitato Angelino Alfano, nello spettacolo sapientemente condotto dal Pippo Baudo del giornalismo italiano, in una sala - quella di Palazzo Santa Chiara, già Teatro de’ Comici appunto - gremita di persone e di telecamere, queste ultime vero termometro della popolarità di un personaggio.

 

Legge elettorale, articolo 18, Mercato del lavoro, Finanziamento pubblico, Unioni civili, burocrazia, costi della politica e chi più ne ha più ne metta: così, i due giovani e rampanti quarantenni si sono cimentati in quello che lo stesso Alfano ha definito - con Bruno Vespa gongolante - “un negoziato in diretta”.

 

“Sei disposto a rinunciare fin da subito, senza aspettare il 2017, al finanziamento pubblico? - Angelino ha quindi chiesto a Matteo (si davano tutti del tu, chiamandosi per nome). E Matteo ha risposto: “e tu, Angelino, sei d'accordo invece a eliminare il Senato?

 

Manco se le sorti del Paese e le decisioni che prenderà il Parlamento dipendessero esclusivamente da loro, i due ex democristiani hanno dato fondo, chi meglio e chi peggio, al proprio repertorio: l’uno, Renzi, ancora in modalità Primarie del Pd; l’altro, Alfano, velleitariamente calato nel personaggio leader di tutto il centrodestra.

 

Fra tanta vaghezza, alcune proposte “concrete” sono tuttavia emerse, sintetizzate dal sindaco di Firenze, per esempio, nell’espressione magica “modello tedesco”: perché al tipo tedesco secondo Renzi dovrà ispirarsi il nuovo modo di fare sindacato in Italia, come “tedesche” dovranno essere le Unioni civili che tanto dividono le anime cattoliche dei due schieramenti. Ovviamente, in che cosa consisterebbero questi modelli “Gianburrasca” non lo spiega. E chi non sa, s’informi!

 

Germania a parte, gettonatissima nel tardo pomeriggio di ieri è stata la fretta, perché il Paese non può aspettare. Pertanto, le parole chiave sono state fare presto: legge elettorale, riforma del mercato del lavoro, stop al finanziamento pubblico... etc. etc.

 

Ecco, bravi: fate presto! Senza perdere tempo prezioso, però, con le marchette a Bruno Vespa.


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