Questa è la storia di lui, lei e l'altro. “Cara - le avrebbe detto lui - queste tematiche non rientrano nelle mie competenze, è meglio che ti rivolgi al collega”. “Ma - gli avrebbe chiesto lei - non ti occupi tu di lavoro?” Ed egli alla giovane: “No”.
Così, dopo mezzora circa di grintoso soliloquio, la "politicamente inesperta" dal biondo vello e dalla fresca nomina, abbandona l'ufficio di un ministro per traslocare le sue idee in quello di un altro. Protagonisti dell'avventuroso aneddoto la neo-eletta responsabile per il Lavoro del Pd renziano, Marianna Madia, e il titolare dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.
Secondo quanto narrato dal quotidiano romano 'Il Tempo', l'ex veltroniana (e dalemiana e bersaniana) componente della innovativa segreteria scelta dal sindaco di Firenze, armata di grinta e valigetta si sarebbe recata in quel di via Veneto dove, a meno di cinquanta metri di distanza l'uno dall'altro, hanno sede il Ministero del Lavoro e il dicastero dello Sviluppo Economico.
In quest'ultimo, complice forse un attimo di distrazione o la ferrea volontà di dare una mano alla nostra disastrata economia, Madia entra senza dubbio alcuno e, sebbene senza appuntamento, si accomoda nello studio del ministro Zanonato: qui, carte alla mano, inizia a sciorinare progetti e proposte, soffermandosi sugli interventi per l'occupazione giovanile nell'ambito dello 'Youth Guarantee' - il programma europeo che stanzia fondi per fare lavoro alle giovani generazioni - e chiedendo a Zanonato un supporto affinchè le sue idee possano concretizzarsi.
Al che il buon uomo, seppur “contento del vigore e dell'entusiasmo” con cui la giovane democratica chiede il suo aiuto, si vede costretto a prendere costei sottobraccio e, indicandole il lato opposto della strada, a sussurrare che, forse, “di questi argomenti, giovani, lavoro, fondi europei ecc, è meglio parlare dall'altra parte del marciapiede, al responsabile del Welfare”, il collega Enrico Giovannini. “Vedi – si sente dire una oramai imbarazzata Madia – hai sbagliato indirizzo”.
Come andò a finire questa storia non è dato saperlo, ma la morale, come in ogni buona favola che si rispetti, è chiara: mai fissare un appuntamento con qualcuno dei 'piani alti' senza aver prima minimamente cercato una sua foto su Google.
Se poi, come nel caso in questione, entrambi i lui portano occhiali senza montatura e una perfetta capigliatura divisa dalla riga laterale, allora beh, non rimane che dare un'occhiata rapida e furtiva ai segnali che identificano il posto in cui sei sperando, ad esempio, che alle parole 'Ministero del Lavoro' poste all'ingresso dell'edificio corrisponda esattamente l'agognata meta.
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