L’aula del Senato ha approvato, con 206 sì, 59 no e dopo significative modifiche dalla bozza iniziale, il decreto definito 'svuota-carceri', che ora dovrà passare all’esame della Camera.
Il ddl, voluto dal ministero della giustizia a metà giugno, mirava a far uscire dai penitenziari dalle 3000 alle 4000 persone, avviando un processo di cambiamento e adeguamento delle normative imposte dalla Corte di Strasburgo. L’Italia è stata infatti più volte ripresa e condannata dalla Corte europea a causa della condizione in cui versano le sue carceri.
Così nella bozza del provvedimento vi era, tra le altre cose, la liberazione anticipata per i detenuti in custodia cautelare con pena residua non oltre i 3 anni e l’ipotesi di lavoro di pubblica utilità per detenuti tossicodipendenti.
La normativa ha però subito numerose e complesse modifiche per essere approvata dall’aula del Senato. Sono state eliminati infatti i benefici della legge, prima previsti, per i detenuti che hanno compiuto lo stesso reato nel corso di 5 anni: nessuna sospensione della pena, arresti domiciliari semilibertà o permessi premio.
Non avranno benefici nemmeno coloro che sono accusati di incendi boschivi, furto aggravato e in appartamento, stalking e maltrattamenti familiari. La modifica del ddl prevede che la custodia cautelare in carcere scatti per pene superiori ai 5 anni, mentre la normativa attuale parla di 4 anni. Inoltre nel ddl è previsto che il Commissario delle Carceri non dovrà più occuparsi della “destinazione e valorizzazione dei beni immobili penitenziari”.
Eliminata anche la norma che evitava il taglio del personale carcerario grazie ai 35 milioni prelevati dalle tassazioni delle sigarette elettroniche. La Lega ha comunque voluto manifestare il proprio dissenso all’approvazione del decreto, mostrando nell’aula del Senato per ben due volte una serie di cartelli che recavano scritte come “Polizia arresta governo assolve” o “Donne attenzione escono gli stolker”.
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