Le circostanze del caso Shalabayeva sono ancora tutte da chiarire, ma a Repubblica la verità sembra non interessare poi così tanto. Prima di tutto, infatti, occorre mantenere alta la mobilitazione dei propri lettori-militanti attraverso piccole dosi quotidiane di demagogia giustizialista. Come? Sparando a zero su tutti e tutto, senza tanti distingui, che – si sa – attirano meno delle sentenze e dei giudizi sommari già pronti ed impacchettati.
È questo il senso, per esempio, dell’editoriale apparso oggi sul giornale, in cui il direttore Ezio Mauro prima chiede le dimissioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano e poi si scaglia contro il ministro Emma Bonino: “Se oggi fosse una semplice dirigente radicale, sempre mobilitata più di chiunque per i diritti umani e le minoranze oppresse, sarebbe già da giorni davanti all'ambasciata kazaka in un sit-in di protesta. Invece difende il "non sapevo" di un governo pilatesco”. “Parta almeno per il Kazakhstan – aggiunge Mauro –, chiedendo che Alma e Alua siano restituite al Paese dove avevano scelto di tutelare la loro libertà, confidando nelle democrazie occidentali”.
Non è nostro compito, ovviamente, avanzare una difesa d’ufficio del ministro Bonino, tuttavia le modalità con cui Ezio Mauro ha deciso di abbracciare la linea del “sono tutti uguali e tutti responsabili” non può che lasciare perplessi. Affermare che Bonino si nasconda dietro un imbarazzante “non sapevo” rappresenta un insulto all’intelligenza e all’attenzione dei lettori. È il ministro degli Esteri che infatti – come riportava paradossalmente la stessa Repubblica ieri – ha per prima informato il premier Letta e il ministro Alfano una volta venuta a sapere della faccenda.
Ma che la linea editoriale del giornale di De Benedetti sia quella di creare una confusione consapevole sulla vicenda, così da gettare tutti i suoi protagonisti nel calderone dell’indignazione popolare, è chiaro se si guarda anche al modo con cui si sta cercando disperatamente di tirare in ballo il nemico numero uno del partito-Repubblica, Silvio Berlusconi.
In un’intervista realizzata ieri, Repubblica chiedeva proprio ad Emma Bonino se fosse consapevole della voce secondo la quale l’espulsione di Shalabayeva sarebbe stata tutta opera di Berlusconi, impegnato a “compiacere il potente dittatore della steppa asiatica seduto su miliardi di dollari di gas e petrolio”. Una voce che, scriveva il giornale, “gira nelle redazioni di tutto il mondo e a cui il Financial Times ha dato corpo pubblicando una fotografia di Berlusconi e Nazarbayev amichevolmente vicini”.
Vero è che il FT ha pubblicato una foto dei due, ma nell’articolo – come è possibile notare – non si fa alcun cenno al rapporto tra l’ex premier e Nazarbayev, né tantomeno alle ipotesi sull’ideatore della cattura e dell’espulsione lampo della moglie di Ablyazov. La risposta di Bonino alla domanda di Repubblica, per la cronaca, è stata negativa: “Berlusconi e l’amicizia con Nazarbayev? Se è per questo sono uscite di recente anche foto di Nazarbayev con Cameron e con Barroso...”.
La storia del duo Berlusconi-Nazarbayev però piace al giornale, che infatti oggi pubblica la notizia di un incontro avvenuto tra l’ex premier italiano e il presidente kazako in vacanza in Sardegna il 6 luglio scorso (cioè comunque dopo l’espulsione della Shabalayeva, avvenuta il 30 maggio).
Un fatto raccontato anche dall’Unione Sarda. E non importa se sia vero o falso. Ciò che in realtà sta a cuore a certa informazione è far cadere il governo pur non avendo alternative.
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