Dimenticata la guerriglia delle primarie ed archiviata la breve era Bersani, il Partito Democratico si stringe attorno a Matteo Renzi. Un improvviso cambio di rotta che anima l’attesa del congresso. L’acerrimo nemico Massimo D’Alema, pare ormai essere diventato il principale sponsor dell’ex Rottamatore.
Una svolta manifestata non solo a parole (“Renzi è un grande leader politico e un ottimo comunicatore”), ma anche e soprattutto con una concreta azione politica. Il Leader Maximo, infatti, ha in mente di rivoluzionare la sua storica fondazione ItalianiEuropei, spalancando le porte alle diverse correnti del Pd che, tramite una serie di parlamentari di riferimento, ne faranno parte.
Con la nuova ItalianiEuropei disegnata – come spiega oggi il Corriere della Sera – “sul modello Aspen”, D’Alema avrebbe intenzione da un lato di rilanciare la propria “autorità” all’interno del Pd, fornendo una piattaforma comune di confronto e di allentamento delle tensioni, e dall’altro di sostenere in modo definitivo la corsa alla segreteria o alla candidatura da premier (nel caso le due funzioni venissero separate) del sindaco di Firenze.
La notizia di questo stravolgimento nella fondazione dalemiana giunge, non a caso, una settimana dopo il seminario a porte chiuse organizzato proprio da ItalianiEuropei per parlare della futura leadership del Pd, con un invito (poi declinato per impegni) rivolto a Matteo Renzi. A sostituirlo, comunque, c’erano i renziani Dario Nardella e Salvatore Vassallo.
Mentre dunque l’intesa tra D’Alema e Renzi si stringe sempre di più – attraverso, come afferma Il Foglio, continue triangolazioni tra le fondazioni dei diretti interessati (ItalianiEuropei e Big Bang) –, anche altri big si muovono per dare manforte al non più scomodo rottamatore fiorentino. In un’intervista al Mattino oggi Walter Veltroni dichiara che “Renzi è sicuramente tra le personalità in campo quella che si richiama più da vicino all'atto di nascita del Pd al Lingotto”.
Un apprezzamento che si aggiunge a quelli già espressi nelle ultime settimane dall’ex segretario del Pd: “Renzi è il talento più evidente sulla scena” (4 maggio), “Oggi Matteo Renzi è sicuramente la persona con maggiori caratteristiche per la premiership” (19 maggio), “Renzi si candidi, e il segretario democratico resti anche il candidato premier” (14 giugno).
A fare da sponda a Renzi, secondo alcuni, sarebbe anche Romano Prodi, che oggi in una lettera al Corriere spiega che la sua partita è finita e che la politica avrebbe bisogno di “nuovi interpreti”. Compreso il Pd, “il cui rinnovamento e rafforzamento sono essenziali al futuro della nostra democrazia”. Insomma da anti-rottamatori ad autorottamatori.
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