Agenzia Radicale ha intervistato il candidato alle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia allontanato dal Movimento 5 Stelle dopo che si è scoperto essere iscritto alla massoneria. Una pratica che, come abbiamo ricordato, è stata più volte condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per la sua natura discriminatoria, e sulla quale Casaleggio e Grillo non hanno ancora fornito una giustificazione coerente con le regole del Non-Statuto (mentre a Imperia è emerso un altro caso simile).
Di Cosmo, Casaleggio ha sentenziato: “La massoneria ha finalità contrastanti e incompatibili con il Movimento 5 Stelle”, è riuscito a capire quali sarebbero?
No, io non sono riuscito a capirlo. Anzi, penso che le finalità siano invece le stesse, cioè costruire una società fatta di eguali sul piano umano, dove ognuno ha le sue capacità e le sue specificità, dove però i diritti sono uguali. Questo lo dice il Movimento, ma lo dice anche la massoneria. Una società fatta di tolleranza, cioè la tolleranza di chi la pensa diversamente da te, questo è uno dei principi fondamentali della massoneria, e tutto sommato quella che viene definita la democrazia del “uno vale uno” questo è. Quindi io vedrei più similitudini. Credo le dissonanze e le diversità siano imputabili all’ignoranza, cioè nel non conoscere quelli che sono i principi della massoneria, ed identificarla con quella che invece era una sua deviazione. E’ tutta una questione di pregiudizio e di ignoranza.
Si è sentito discriminato?
Sì, perché sono stato – come dire – allontanato non sulla base di qualcosa che io ho fatto ma sulla base di supposizioni che nessuno ha poi neanche verificato. Cioè non ho avuto alcuna discussione sui contenuti, ma mi è stato solo detto ‘Casaleggio dice che è incompatibile, quindi così è, punto’. Non ho potuto far altro che prenderne atto.
A decidere è stato proprio Casaleggio quindi.
Così mi è stato detto. Quando sono stato convocato dai due consiglieri comunali di Trieste mi è stato detto: “Abbiamo parlato con Casaleggio e ci ha detto ‘fuori dalla lista’”. In conferenza stampa, il giorno dopo, hanno ribadito questo concetto. Ho visto poi un tentativo di retromarcia su un articolo uscito il giorno dopo dove dicevano “ma no, non è vero che è stato Casaleggio…”, ma io ho parlato con i membri del gruppo e tutti non hanno negato, e ci sono anche dei consiglieri che si sono risentiti del fatto che sia stata presa una decisione che hanno saputo sui giornali.
Ecco, gli altri esponenti del movimento come hanno preso questa decisione?
Devo dire che ho avuto molte manifestazioni di solidarietà, dall’interno del movimento e anche da fuori. Qualcuno ha detto “avresti potuto dirlo prima”, molti hanno detto “dopo quello che è successo siamo andati a vedere cosa sia accaduto ed effettivamente hai ragione e non capiamo”. Diciamo che sono più quelli che mi hanno espresso solidarietà.
“Casaleggio è il padrone del movimento” disse Favia, ha ragione? Crede che ci sia un problema di democrazia interna?
Mah, questo non lo posso dire, io parlo della mia esperienza. E la mia esperienza non mi sembra trasparentissima. Diciamo che, come ho detto in conferenza stampa, io mi sarei aspettato un passaggio assembleare prima di un allontanamento, passaggio che non c’è stato.
Ma lei ha mai avuto contatti diretti con Grillo o Casaleggio?
Io Grillo l’ho visto in un comizio che ha fatto qui a Trieste, e Casaleggio l’ho visto solo sulle foto dei giornali, non ho mai avuto conoscenza diretta. I contatti con Casaleggio sono sempre stati riservati ad alcune persone più vicine.
Se avesse la possibilità cosa direbbe a Grillo?
Non direi niente più di quello che ho detto. Mi sento discriminato sulla base di preconcetti, credo non ci sia nient’altro da dire.
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