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23/12/24 ore

Recessione, l'incredibile ripresa dell'Italia


  • Antonio Marulo

“Se lo diciamo lo facciamo”. Se non è una minaccia, poco manca, a giudicare dai primi sette mesi di governo del cambiamento. E “siamo solo all'inizio”, ha avvertito fiero Luigi Di Maio nella conferenza stampa su quanto fatto fin qui dal Movimento 5 Stelle.

 

I dati economici non fanno paura a quanto pare e il premier Conte da parte sua rassicura sulla recessione, perché – dice - “ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019”; se è vero - come disse - che “è bella la manovra economica”. In proposito, i giudizi – al netto della propaganda e delle opinioni giornalistiche di chi “tiene famiglia” - non sono lusinghieri.

 

La preoccupazione infatti cresce. Assolombarda, ma in genere il tessuto produttivo medio e piccolo del Nord, vive nel terrore, si lamenta e non nasconde la delusione: non ci si aspettava un approccio così anti-sviluppo. Eppure bastava prestare attenzione alle balle della campagna elettorale o leggere con cura il "contratto di governo", per comprendere che “questi qua” – per dirla con Filippo Ceccarelli – se non cambiano rotta porteranno il paese a sbattere.

 

Sì, è vero: è presto per scaricare le responsabilità della nuova recessione sui due capisaldi, quota 100 e reddito di cittadinanza. Non è ancora il tempo di raccogliere i loro frutti velenosi. Per ora si prende atto dei primi effetti negativi del decreto dignità – la presunta “Waterloo del precariato” – che come previsto ha fatto invece crescere i contratti a termine e calare quelli a tempo indeterminato.

 

L'incertezza poi, alimentata dalle bizzarrie giallo-nere di questi mesi, non aiuta. Tanto basta per far calare i consumi e gli investimenti privati, mentre quelli pubblici non sono per ora contemplati. Il governo si affida piuttosto alla “carta consumi”, che a partire da aprile sarà distribuita ai meno abbienti per dare nuovo vigore al Pil, e al presunto effetto turnover dei prepensionamenti.

 

Queste sono le illusioni. Mentre si lavora a tappe forzate per introdurre l'obbligo di chiusura domenicale dei negozi e dei centri commerciali. Non ci vuole un mago per capire che la geniale idea porterà a un'ulteriore contrazione dei consumi e a un taglio dei posti di lavoro nel settore.

 

Ma niente paura, Giuseppe Conte ha detto oggi che “l'italia ha un programma di ripresa incredibile”. Ecco, giusto: ripresa incredibile. Per l'appunto.

 

 


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