E no: per una volta che hanno mantenuto le promesse non si può criticarli comunque. L'espulsioni dal Movimento 5 Stelle di Gregorio De Falco e altri tre parlamentari sono infatti in linea con ciò che ci si poteva e doveva attendere, sulla base delle regole messe pure nero su bianco e fatte firmare ai propri eletti. Anzi, ci si dovrebbe lamentare, per paradosso, del contrario: di tutte le volte che il dissenso interno non ha ottenuto uguale intransigenza.
Eppure quanto accaduto all'eroe per caso della tragedia della Costa Concordia ha dato a molti l'occasione per sottolineare la natura antidemocratica e stalinista dei grillini, per altro intuibile da un decennio. Lo stesso capitano della marina militare si è mostrato stranamente sorpreso per “l'assenza di cultura democratica” del Movimento che lo ha portato in Senato.
C'è da dire che anche il modo in cui avvenne la sua elezione fu contrario alle regole auree del sacro Blog, in difesa delle quali a parole ci si strappava le vesti. Ci fu una nomina dall'alto, in spregio alla retorica della democrazia dal basso e dell'uno vale uno.... Si parlò allora di “eccellenze” che andavano a nobilitare le liste elettorali infarcite di scappati di casa, direbbe qualcuno.
De Falco la bollerebbe oggi come decisione “verticistica”. Ma allora fece comodo al diretto beneficiario, che oggi ammette: “visto da fuori il M5s sembrava aperto al confronto”.
Sembrava a lui, eventualmente. E la cosa non depone certo a suo favore.
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