L'idea pare non sia nuovissima. Il Capocomico l'aveva già espressa qualche tempo fa. Ora la rispolvera in ossequio a quel vezzo tanto in voga di spararne almeno una al giorno per mantenere carica la cosiddetta base in subbuglio.
Questa volta sul sacro blog si parla di democrazia e dei suoi “difetti”, tra cui c'è - manco a dirlo - la politica. Beppe Grillo ci racconta così del “grande inganno di farci credere che servano i politici”. Piuttosto – visto i risultati – vale la pena provare con la fortuna: una bella estrazione a sorte per scegliere a caso i rappresentanti in Parlamento.
Per la precisione quelli del Senato, di questi tempi sempre destinatario di mire riformatrici stravaganti, che diventerebbe il “Senato dei cittadini”, della gente comune. Come se non ne avessimo abbastanza dell'imbarazzante sfornata casuale di “classe dirigente” grillina, opportunamente selezionata con i metodi oscuri della piattaforma Rousseau o le maldestre cooptazioni tra le “eccellenze del paese".
Rispetto a queste, il "sortition" - così lo chiama Grillo - avrebbe tuttavia il pregio dell'incognita assoluta. Nell'ipotesi, infatti, fermo restando il rischio di sorteggi pilotati, non è detto che la dea bendata ci regalerebbe sempre e solo i cloni di Di Maio e Di Battista. Per non parlare di quel genio incompreso di Danilo Toninelli... (A.M.)
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