Luca Lanzalone è uno di quelli mandati da Casaleggio e soci nell'Urbe dal profondo Nord "a tutela” della sprovveduta sindaca Virginia Raggi, dopo i pasticci iniziali con gli amici delle chat.
Lanzalone - racconta Luigi Di Maio - "è colui che ci aveva aiutato a sanare la questione rifiuti di Livorno, e nella questione stadio ci ha aiutato a ridurre le cubature presenti nel progetto originario”.
Da persona “brillante” e capace fu così premiato, “per il merito”, con l'incarico di presidente nella più importante azienda partecipata della Capitale.
Oggi Lanzalone si è dimesso da Acea, dopo essere stato coinvolto nell'inchesta per reati di corruzione sul nuovo stadio della Roma, venendo in questo modo incontro anche alle richieste perentorie del Movimento 5 Stelle che, messo alle corde sul punto cruciale dei trionfi elettorali, l'onestà-onestà, reagisce in queste ore rivendicando con orgoglio la propria diversità.
Perchè da loro, i grillini, “chi sbaglia paga”. Da loro, dice Di Maio, “per cose così gravi la presunzione di innocenza non esiste”. Il che, va detto, è coerente con l'indole manettara che li contraddistingue.
Del resto, come ha sottolineato Roberta Lombardi - “la differenza fra noi e gli altri dev'essere nella reazione”. Quanto all'azione, ci stanno ancora lavorando... (A.M.)
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