Dunque l'effetto Raggi ci sarebbe stato. Almeno a Roma, dove si è potuto toccare con mano la qualità della classe dirigente del Movimento 5 Stelle. I media la presentano più o meno così, dando conto del calo di consensi grillini di circa 4 punti percentuali nel voto parlamentare e del 13% nel voto Regionale, rispetto al primo turno delle elezioni comunali.
Questo in controtendenza con il resto d'Italia, dove il gran parlare delle mirabolanti imprese della giunta capitolina evidentemente non ha dato i risultati temuti a lungo dai vertice del M5S.
Ciò non toglie che 1 romano su tre ha comunque preferito dar fiducia sul piano nazionale alla truppa di Di Maio.
Peggio è andata a Torino, dove invece i voti dei 5 Stelle sono diminuiti di quasi 6 punti rispetto al 30% del primo turno delle elezioni vinte poi al ballottagio da Chiara Appendino, la quale – pur non facendo sfracelli – paga il prezzo del rigore sabaudo. (red.)
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