È tornato Berlusconi. E, allora, perché no Prodi? Destra e sinistra sembrano così appese alle loro vecchie glorie per tenere assieme i cocci e non consegnare l'Italia ai grillini. Ma se Berlusconi è già protagonista fra le due ali estreme e apparentemente inconciliabili, il Professore fa il prezioso e dice di non volerne sapere, mentre si lascia andare al pessimismo su un Paese che considera - dice a 'Repubblica' - "sull'orlo del baratro".
Da mesi le sirene gli cantano musiche tentatrice. Chi l'avrebbe mai detto, dopo lo smacco della mancata elezione al Quirinale. Il fatto è che ne hanno bisogno. Gianni Cuperlo lo ha detto stamani “con il cuore in mano”: “dateci una mano”, rivolgendosi non solo a lui, ma anche a Enrico Letta e a Walter Veltroni, ovvero i cosiddetti padri nobili del Pd e di un centrosinistra che si vorrebbe far rinasce sulle ceneri del vecchio Ulivo.
Il loro presenzialismo di queste settimane appare tuttavia in contraddizione con il desiderio espresso di voler fare altro nella vita. Massimo D'Alema in questo già sta più avanti. Da tempo - bando all'ipocrisia - come è noto ci ha ripensato ed è tornato a fare ufficialmente il suo mestiere. Quest'oggi ha pure provato a testare il suo grado di popolarità all'Università degli studi di Napoli. Non gli è andata un granché bene... (A.M.)
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