Forse ha ragione Marco Travaglio, quando lamenta l'evidenza eccessiva che la maggior parte dei media danno alle notizie di reato riguardanti gli esponenti del Movimento 5 Stelle, diversamente da quanto si fa per i politici appartenenti ad altri partiti.
L'ultimo caso lampante si riferirebbe all'indagine per falsa testimonianza che ha colpito il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. La notizia sarebbe stata quasi del tutto ignorata dai giornali, mentre nelle stesse ore Chiara Appendino veniva sbattuta in prima pagina per i noti fatti di Piazza San Carlo a Torino nella disgraziata notte di Champions league.
Un gioco dei due pesi e due misure a cui Travaglio non si è prestato. Il suo giornale infatti non ha mancato di offrire lo stesso spazio alle due vicende, per altro pertinenti alla linea editoriale da casellario giudiziale.
In questo modo i lettori del 'Fatto quotidiano' hanno subito potuto apprendere che l'uno è "indagato" perché “disse bugie” su Mafia Capitale, mentre l'altra è stata “avvisata” insieme con il questore. In pratica si tratta per entrambi di avviso di garanzia, anche se l'uso attento e ricercato delle parole scelte guidano chi legge verso la verità rivelata dell'organo di stampa.
Per i cultori della materia, trattasi di un classico caso di scuola che andrebbe proposto e spiegato agli aspiranti giornalisti o magari discusso durante quei corsi che l'ordine professionale propina ai suoi iscritti.
Perché da Travaglio c'è sempre molto da imparare... (A.M.)
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