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23/12/24 ore

Costa, il ritorno alla casa del padre



Comincia ad affollarsi l'uscio di Arcore. L'area degli alfaniani è in subbuglio per istinto di sopravvivenza. L'ormai “deputato semplice” Enrico Costa “non poteva tenere i piedi in due scarpe” e ha deciso di lasciare il governo, primo atto degno di nota in qualità di ministro degli affari regionali con Renzi prima e Gentiloni poi. Solo grazie ad esso, infatti, ci si è accorti della sua esistenza nell'esecutivo in quota Nuovo Centro Destra, diventato nel frattempo Alternativa Popolare.

 

Costa – per chi non lo sapesse – è figlio di..., del più noto Raffaele, per 30 anni deputato, che fu segretario del Partito liberale italiano, prima di abbracciare la causa berlusconiana oggi di nuovo in grande spolvero.

 

Intervistato da più di un giornale nazionale, l'ex ministro dei “responsabili” ha rivendicato anche nell'uscita di scena il “gesto di responsabilità, anche per tenere il governo al riparo dalle fibrillazioni”....scegliendo “in piena autonomia. Ovviamente con la prospettiva di costruire un ponte tra l’area centrista e un centrodestra finalmente 'inclusivo', capace di recuperare energie, idee e impegni”.

 

Al 'Corriere delle Sera' ha detto di aver parlato con Berlusconi: “C’è un fatto nuovo, la possibilità di riuscire a ricompattare il centrodestra attorno alle ricette liberali”.

 

Insomma, dategli un posto nel prossimo Parlamento. (A.M.)

 

 


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