I motivi di competizione tra Italia e Francia sono innumerevoli: la "cuginanza" con i transalpini incarna perfettamente quel concetto di "parenti serpenti" che persino il divo Cesare ha dovuto amministrare: dalle guerre galliche alla dottrina Mitterand, passando per Napoleone e la seconda guerra mondiale, i rapporti tra Italia e Francia sono tipicamente quelli che si possono intrattenere con un cugino stretto: intensi e duraturi, ma poi ognuno a casa propria.
Oggi sono quattro i motivi principali di rivalità tra Italia e Francia: il cibo, l'arte, il vino e lo sport. Se sul primo l'Italia vince innegabilmente a mani basse (eccezion fatta per il prelibato confit de canard), gli altri elementi sono effettivamente le vere dure prove che il rapporto tra le due nazioni deve sostenere, sopratutto quando si mescolano in modo omogeneo.
La Federazione francese di Rugby (Ffr) e il Consorzio del vino Chianti sono finiti davanti al Tribunale Ue per una questione letteralmente 'da pollaio': la richiesta di utilizzo, avanzata nel 2007 dalla Ffr, del galletto come logo per vendere bevande alcoliche, lo stesso logo che dal 1924 utilizza il Consorzio del vino Chianti.
L'area storica di produzione di questo pregiato vino italiano (tra Siena e Firenze) fin dagli anni '20 utilizza il galletto nero (riproducendo la formella del Vasari riportata anche sul soffitto della Sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze) per distinguersi dal Chianti Docg, legando sotto questa storica effige 2500 produttori e 55milioni di litri di vino all'anno; nel 2007 la Ffr propose all'Uami (l'ufficio brevetti di Bruxelles) di registrare un logo che raffiguri il galletto nazionale francese per utilizzarlo per vendere bevande alcoliche.
Il primo ricorso del Consorzio fu respinto perchè, secondo Bruxelles, "fra i due prodotti non esiste il rischio di confusione; seppur uguale, sul piano fonetico e verbale, considerata la diversità linguistica, il rischio di confusione non esiste"; non pago, il Consorzio vino Chianti ha presentato ricorso al Tribunale Ue, che ha confermato il minimo rischio di confusione ma ha rilevato un parziale giudizio della Commissione Uami che non avrebbe preso in considerazione il rischio che il nuovo marchio tragga indebito profitto dalla notorietà del marchio anteriore.
La questione resta dunque aperta, come aperte sono innumerevoli altre diatribe con i cugini francesi: dal 22 a 21 subito dai galletti del rugby (più polletti in quel caso) al Flaminio nel 2011 fino alla restituzione della Gioconda di Leonardo Da Vinci, la nuova meta alla Francia potrebbero farla i galletti neri del Chianti Classico, preparando il terreno al 3 febbraio, quando Italia e Francia si affronteranno nel primo match del loro SeiNazioni 2013.