Al dibattito per le Primarie, a tratti imbarazzante, mancava ancora la scivolata nel ridicolo. Grazie al responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, anche questa lacuna sembra essere stata colmata con l’introduzione della questione di copyright delle idee violato da Matteo Renzi.
Il rottamatore, a sua volta oggetto di rottamazione da parte di Vendola, si sarebbe macchiato, infatti, di un furto di alcune parti del programma del Pd approvato dall’Assemblea nazionale, senza avere avuto la decenza di riconoscerne la reale origine.
Renzi “anche oggi - scrive Fassina su Facebook - a proposito di occupazione femminile e asili nido, fa taglia-incolla delle proposte approvate dall’Assemblea Nazionale del Pd e, da ultimo, riprese nel Documento della Conferenza Nazionale per il Lavoro di Napoli”. «E’ vero - sottolinea l'esponente della corrente di partito 'Giovani turchi' - che lui non può saperlo perché non partecipa, ma almeno qualcuno dei suoi potrebbe dare una letta ai documenti programmatici del partito a cui è iscritto e riconoscerci la paternità, meglio, maternità delle “sue” proposte».
Pronta la replica dall’entourage del sindaco di Firenze. Se "la nuova strategia dei bersaniani è dire che copia-incolla le loro proposte, bene – dice Alessio Nincheri - è un passo avanti, visto che fino a ieri gli si è detto che era di destra". Ivan Montanari si chiede, invece, “cosa ci fa Fassina sulla sua poltrona, non eletto da nessuno e solo in quanto ex-portaborse di Visco".
Insomma, come è evidente, dopo l’Assemblea nazionale di sabato corso, nel Pd si vola così "alto" che si sfiora il pavimento.