Un aereo in ritardo, uno in partenza. E il risultato è zero: zero presidente per l'aula del Senato, zero discussione sulla violenza contro le donne, zero seduta. E' successo, insomma, pare per la prima volta nella storia di Palazzo Madama, che dopo il turno previsto della senatrice Emma Bonino, la presidenza è rimasta scoperta perchè il presidente di turno, Domenico Nania, era in ritardo, mentre la vicepresidente, Rosi Mauro, doveva scappare a prendere il suo aereo a Fiumicino.
Allo 'sbando', senza una guida, la seduta è stata interrotta. Per l'aula mezz'ora di increscioso (e mai dolce) far niente e poi l'arrivo del presidente del Senato Renato Schifani, pronto ad accogliere le lamentele dellla capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, secondo cui “è inaccettabile che i lavori di un'aula si fermino perché chi deve presiedere lascia il suo posto perché ritiene un impegno, pubblico o privato che sia, più importante del presidere l'aula”.
“Assumerò doverosamente l'impegno di acquisire tutti i dati necessari a una corretta informazione su quanto accaduto” si è impegnato Schifani, sottolineando che “l'interruzione dei lavori di un'aula parlamentare, per l'assenza di chi la deve presiedere, è un fatto increscioso”.
E mentre Nania, dal canto suo, crede che a firmare la sua giustificazione debba essere il ministero dei Trasporti (“ Dovevo partire da Catania alle 9.15 e arrivare a Roma alle 10.15. Il volo è invece atterrato nella capitale alle 11.40”) e Mauro gioca l'abusata carta degli “impegni urgenti ed improrogabili”, un dubbio 'tecnico' affiora nella mente. Sarà forse l'ondata di antipolitica dilagante a indebolire la morsa tenace dei nostri senatori e deputati sui braccioli della cara, vecchia poltrona?