Qin Gang, che da ambasciatore cinese a Washington era stato nominato nel dicembre 2022 ministro degli Esteri, era 'scomparso' dal 25 giugno. Dopo un mese i media cinesi hanno riportato che è stato rimosso dal suo incarico "senza alcuna spiegazione” da parte dei vertici di Pechino. Si tratta di un segnale che rivela una sostanziale debolezza considerando che la mancanza di informazioni ufficiali suscita mille interrogativi che alla fine potrebbero avere effetti non positivi per la stessa Cina.
Ma non si tratta solo di questo. Si è appreso che almeno due importanti generali e un addetto, non si sa con quale ruolo, sono stato rimossi dai loro incarichi ancora una volta senza che siano state fornite informazioni su queste scelte.
“… Non è chiaro cosa sia successo - ha sottolineato in una intervista all’Adnkronos il prof. Francesco Sisci, sinologo e analista politico, che ha vissuto per quasi trent’anni e insegnato all’Istituto di studi europei presso l’Università del Popolo di Cina a Pechino - non è chiaro se le sostituzioni ai vertici delle forze armate - e in particolare dell'arma più delicata ed importante, perché riguarda la missilistica e forze nucleari - siano collegate all'allontanamento di Qin Gang. Ma questo lascia un'ombra profonda di inquietudine perché si tratta della seconda potenza al mondo che prende decisioni così importanti senza dare spiegazioni. Scelte che non hanno una semplice proiezione interna ma riguardano da vicino la proiezione strategica del paese nel mondo, in un momento di aumento della tensione generale intorno alla Cina di per sé già estremamente preoccupante. Tutti elementi che aggiungono inquietudine e preoccupazione sul quadro cinese…”.
Si tratta di uno scenario potenzialmente pericoloso, che dovrebbe riguardare l’Italia per la quale è fondamentale a questo punto …basare la sua strategia su una comprensione ed una conoscenza il più possibile precisa della situazione in Cina ed intorno ad essa…
L’Italia lo ricordiamo ha aderito con il Governo di Giuseppe Conte e con la regia del ministro degli Esteri di allora Luigi Di Maio, unico paese del G7, della Nato e tra i padri fondatori della Ue, alla Via della Seta, con una scelta improvvida e senza nessuna attenzione alle ripercussioni esterne circa la credibilità e affidabilità del Paese e della sua immagine e collocazione strategica.
Di questi avvenimenti, nel quadro delle poche informazioni di cui si dispone, con Francesco Sisci discute Giuseppe Rippa nella conversazione per Agenzia Radicale Video che segue…
(Agenzia Radicale Video)
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